Stefano Paternò, 43 anni, e Davide Villa, 50 anni. Due uomini di Stato, il primo sottufficiale di Marina, il secondo agente della Squadra Mobile di Catania. In comune hanno il decesso, per motivi ancora tutti da chiarire, e la somministrazione di un lotto del vaccino AstraZeneca, finito nel mirino dell’Aifa che ne ha bloccato l’inoculazione su tutto il territorio nazionale. Al momento – è bene ricordarlo – non ci sono evidenze scientifiche di un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e le due morti”.
In altre parole nessuno è in grado di dire se il militare e il poliziotto siciliani siano morti a causa del vaccino anti-Covid. Le procure, di Siracusa e Catania, intanto, indagano per omicidio colposo e vogliono vederci chiaro.
Sono 21 gli indagati dalla procura di Siracusa che dovrà accertare eventuali criticità sulla corretta conservazione e sull’utilizzo della dose di vaccino AstraZeneca somministrata lunedì mattina al sottufficiale della Marina Stefano Paternò, morto per arresto cardiocircolatorio tra le mani dei medici rianimatori del 118 ventiquattr’ore dopo avere ricevuto l’immunizzazione. Per tutti l’accusa è omicidio colposo. Su disposizione della procura, il Nas dei carabinieri sta sequestrando le fiale del lotto Abv 2856 in tutta Italia. La procuratrice della Repubblica di Siracusa invita per alla calma. “Niente allarmismi ed evitiamo di creare una psicosi collettiva. Può trattarsi di una coincidenza. Solo l’autopsia ci chiarirà le cause della morte”. La procuratrice ha poi aggiunto: “Poche ore dopo aver disposto i primi accertamenti sulla morte e sulla somministrazione del vaccino mi sono recato all’hub di Siracusa per vaccinarmi con la prima dose di Astrazeneca. Ritengo sia fondamentale avere fiducia nella campagna vaccinale per superare questa emergenza”.
L’autopsia sul corpo del vicecomandante della sezione di Pg dei carabinieri di Trapani, Giuseppe Maniscalco, avrebbe invece escluso la morte per trombosi. Il militare al quale era stato somministrato il vaccino AstraZeneca proveniente dal lotto ABV2856 sospeso da Aifa, sarebbe morto per un infarto. Il militare dell’Arma era stato male dopo avere assunto la dose. “Il maresciallo Maniscalco – dice il procratore della Repubblca di Trapani Agnello – è deceduto per infarto oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. Allo stato non vi sono evidenze da cui desumere che l’infarto è stato causato o anche concausato dal vaccino, sono in corso accertamenti di tipo istologico”.
Un fascicolo al momento senza indagati in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo è stato invece aperto dalla procura di Catania. Riguarda la morte di Davide Villa, 50 anni, agente della squadra mobile di Catania, deceduto 12 giorni fa. Villa due settimane prima del decesso era stato sottoposto al vaccino AstraZeneca. Al poliziotto era stata somministrata una dose proveniente dallo stesso lotto (2856) di cui l’Agenzia italiana del farmaco ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale. L’inchiesta è stata aperta su notizie di stampa relative alle morti di un sottufficiale della Marina (Stefano Paternò) e di un carabiniere il vicecomandante della sezione di Pg di Trapani (Giuseppe Maniscalco): tutti e due sono stati vaccinati con il siero AstraZeneca proveniente dal lotto 2856. Le indagini sono state delegate dal procuratore Carmelo Zuccaro ai carabinieri del Nas di Catania.
Sul caso si muove anche il ministero della Salute che invierà i suoi ispettori. Visiteranno l’Asp di Siracusa, il reparto medico della base militare della Marina nel quale è stato somministrato il vaccino e sentiranno i medici del 118 che per 45 minuti sono intervenuti la notte tra lunedì e martedì nel momento in cui Stefano Paternò con la febbre alta ha iniziato ad avere le convulsioni, prima del decesso per arresto cardiocircolatorio.