Coronavirus, Basilicata da rossa ad arancione, Cosma (sindaco di Tursi): “Giochiamo a strega comanda colori sulla pelle dei cittadini che attendono ancora i vaccini”. Di seguito la nota integrale.
Da bambini tra le vie della mia comunità, quando non si voleva giocare più a pallone e si voleva trovare un gioco per aggregare bambini e bambine, erano due i giochi che si praticavano: nascondino e strega comanda colori.
Non mi sarei mai immaginato che, a distanza di tanti anni, dovessi trovarmi di fronte ad una situazione del genere con delle persone adulte e per giunta rappresentanti delle istituzioni in piena pandemia da terza ondata.
La Basilicata ad oggi è l’unica regione che non sa quali misure restrittive dovrà osservare a partire da lunedì 15 Marzo. È talmente confusionaria la situazione che pare che l’indice di contagiosità Rt sia il più alto d’Italia di sera e nei limiti della zona arancione di mattina.
La commedia dell’assurdo in salsa lucana che sale alle cronache nazionali solo per notizie poco edificanti.
Fu così che in Sicilia e Puglia si preoccupano per il lotto di vaccino sospetto somministrato a docenti e forze dell’ordine e noi invece non sappiamo nemmeno quando arriveremo a vaccinare anche le altre categorie oltre gli ultra 80enni che, come nella mia città, oggi dovevano essere sottoposti alla prima dose e invece sono ancora scoperti per altre tre settimane se non di più.
Governo regionale e Task Force, pagati con i nostri soldi, che di fare il proprio dovere correttamente proprio non ci riesce e così, dopo due settimane di zona rossa frutto di un triplice salto all’indietro olimpionico, magari scopriamo questa mattina che i parametri comunicati dalla cabina di regia non erano corretti, come non lo sono quelli comunicati fino ad ora.
Siamo alla deriva totale a scapito della salute della gente che, fin quando non c’era il vaccino, poteva solo difendersi da sola. Ad oggi che il vaccino esiste, non abbiamo maggiore sicurezza perché c’è una disorganizzazione generale che parte da Roma per arrivare fino alla nostra Regione che invece di sbattere i pugni, pensa a rimpallare le responsabilità perdendo di vista l’interesse principale: fare il massimo per la propria comunità.
Non siamo più quei bambini che tra le strade delle nostre comunità giocavano a nascondino o a strega comanda colori. E’ ora dell’assunzione di responsabilità e che, soprattutto, si riacquisti la serietà perduta cominciando a lavorare seriamente, ognuno per il proprio ruolo, per tutelare la salute di tutti, partendo dalle categorie più fragili ed esposte che ad oggi, ancora attendono la prima dose di vaccino.