La precedente Giunta comunale aveva approvato il protocollo d’intesa per l’apertura dei corsi dell’Isia, l’Istituto superiore delle industrie artistiche, istituzione di alta cultura dedicata al design facente parte del comparto AFAM del Ministero dell’Università e della Ricerca.
A detta di Leo Montemurro e di Margherita Albanese della Cna Matera, è una opportunità che la Città di de Sassi non deve assolutamente farsi sfuggire tenuto conto delle importanti ricadute che l’insediamento di tale prestigiosa accademia di istruzione e formazione quale l’ISIA porterebbe in dote all’intero territorio provinciale. Di qui l’invito al Sindaco Bennardi e all’Assessore alla Cultura D’Oppido unitamente al collega Di Gilio di lavorare affinché tale progetto possa realizzarsi; il problema dei fondi necessari c’è ma è pur vero che ogni volta che la Città di Matera si è presentata nei diversi Ministeri romani forte del brand Matera supportato da progetti validi e ben contestualizzati e soprattutto dalle chiare possibilità di sviluppo futuro è sempre tornata a casa con i denari necessari alla realizzazione dei progetti. A Maggior ragione oggi con la mole di risorse in ballo sugli assi istruzione e formazione nell’ambito del Recovery Found.
Essere tra le prime città del Sud ad avere una sede dell’ISIA dovrebbe renderci orgogliosi perché significa dare una reale opportunità ai nostri giovani di studiare e realizzarsi nel nostro territorio.
Grandi le potenzialità che potrebbero innescarsi con il comparto manifatturiero della lavorazione del legno ma anche della lavorazione artistica e tradizionale dei vari materiali che caratterizzano la storia produttiva cittadina e provinciale, atteso che durante il percorso formativo, gli studenti impareranno a progettare oggetti, insieme di oggetti e processi di rigenerazione ambientale, analizzandone funzioni e caratteri formali, nel solco della grande tradizione del design italiano.
Come dimostrato dalla recente ricerca promossa dalla Cna “Matera e il Paip uno sviluppo ancora possibile?” è ormai chiaro a tutti che uno sviluppo sostenibile ed equilibrato lo si avrà solo nel momento in cui si riesce a consolidare le ipotetiche 4 gambe del tavolo che rappresenta metaforicamente i settori produttivi che sorreggono la vita quotidiana e lo sviluppo futuro della Città: il manifatturiero comprese le tante attività artigiane che ne fanno parte, il turismo e il commercio, i servizi e la componente legata alla conoscenza: l’Università, la Scuola di alta formazione dell’Istituto centrale del restauro di Roma, la sede distaccata del Centro nazionale sperimentale di cinematografia di Roma, con corsi di regia e produzione filmica, le Residenze artistiche teatrali, inserite nel programma pluriennale del MiBACT, che avrà il Teatro Quaroni di La Martella come centro nevralgico, e l’Isia, per l’appunto nell’area del Casale, dove le faranno buona compagnia foriera di possibili positive sinergie l’avviando “Quartiere degli Artieri, riservato alle attività dell’artigianato artistico, del design e dell’arte più in generale unitamente alla Scuola delle Arti e dei Mestieri e “La Casa di Ortega”.