Qual é l’impatto ecologico delle centraline idroelettriche sui corsi d’acqua? Quanti impianti possono sopportare i nostri fiumi senza subire danni? C’è un limite per evitare un irreversibile sovra sfruttamento? E ancora, qual é lo stato di salute dei bacini idrografici del Noce e del Sinni? In letteratura quando si parla di sostenibilità si parte sempre dagli aspetti ecologici per approdare poi ad una considerazione globale.
Con l’obiettivo di rispondere a questi interrogativi il gruppo di azione costiera FLAG Coast to Coast, soggetto attuatore del percorso Verso i Contratti di Fiume delle Valli del Noce e del Sinni, intende promuovere degli studi finalizzati ad avere un quadro scientifico di riferimento, a supporto dell’analisi conoscitiva integrata, che possa favorire una comprensione immediata delle dinamiche in atto e facilitare una pianificazione del territorio più attenta ai bisogni collettivi.
“Si tratta – spiega il Presidente, Nicola Mastromarino – di tre studi che tengono conto delle legittime istanze e richieste che pervengono dal territorio e che sono state da noi recepite in una fase preliminare di ascolto e confronto. L’approccio scientifico – continua – consentirà l’individuazione e l’attuazione di misure win-win per i bacini idrografici, ossia di soluzioni in grado di soddisfare più finalità di gestione di un sistema territoriale”.
Nello specifico, il primo studio si occuperà della “Valutazione degli impatti antropici cumulativi da impianti idroelettrici sui fiumi Noce e Sinni” con l’obiettivo di determinare e quantificare gli impatti individuali e cumulativi potenziali sugli elementi di qualità ambientale e sulle portate d’alveo degli impianti idroelettrici in serie e conseguentemente pianificare interventi di mitigazione.
“L’analisi geomorfologica a scala di bacino dei fiumi Sinni e Noce”, sarà l’oggetto del secondo studio che valuterà i condizionamenti apportati dall’uomo e mapperà le criticità potenziali delle infrastrutture al fine di pianificare azioni concrete per riequilibrare l’assetto idro-geomorfologico dei bacini fluviali Noce e Sinni, oltre che sviluppare una ricerca sugli usi multipli dell’acqua per immaginare un modello di economia circolare attraverso il riutilizzo della risorsa idrica.
Il terzo studio infine, verterà sullo “Studio della dinamica degli accrescimenti, della popolazione e delle mortalità naturali e antropiche dell’Anguilla europea nei bacini dei fiumi Noce e Sinni” al fine di regolamentare la gestione dell’Anguilla in Basilicata (ai sensi del Regolamento (CE) n° 1100/2007 – Misure per la ricostituzione dello stock dell’Anguilla europea).
In tutti e tre i casi, gli studi seguiranno la procedura di validazione scientifica da parte della Regione
Basilicata “perché per noi è importante – conclude Mastromarino – la collaborazione con i tecnici regionali, dai quali abbiamo avuto ampia disponibilità a condividere dati e strategie per la stesura dei nuovi piani e programmi di gestione del territorio, per migliorare e coniugare la qualità delle risorse naturali con le necessità delle comunità residenti”.