Durante una crisi sanitaria globale senza precedenti, il Covid-19 ha già causato, nel periodo fino al mese di dicembre 2020, la morte di un milione e mezzo di persone. Ha messo in evidenza e aumentato le disuguaglianze e ha colpito estremamente i gruppi marginalizzati, minacciando di lasciare, inoltre, metà della forza lavoro senza impiego e di spingere altri 150 milioni di persone nella povertà estrema.
In questo contesto, è fondamentale che lo straordinario sforzo globale per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di test, cure e vaccini contro il Covid-19 sia condotto in maniera tale da rispettare i diritti umani di ogni singola persona, garantendo l’accesso ai vaccini a tutte e tutti.
Gli obblighi fondamentali degli stati in materia di diritti umani si applicano alla propria popolazione così come alle persone in altri paesi, soprattutto per quanto riguarda il diritto alle migliori condizioni di salute fisica e mentale e il diritto di godere dei benefici del progresso scientifico e delle sue applicazioni.
Gli stati sono, pertanto, obbligati a garantire la disponibilità, l’accessibilità, anche economica, e la buona qualità dei vaccini contro il Covid-19, per tutti gli esseri umani e senza alcuna discriminazione.
Nessuno dovrebbe avere problemi ad ottenere il vaccino per via del posto in cui vive, di chi sia o di quanto guadagni. Il diritto alla vita e quello alla salute devono essere tutelati soprattutto per chi è più vulnerabile: per chi si trova in uno stato di isolamento, è indigente o emarginato.
Chiediamo in particolare che:
1) Gli stati investano per rafforzare i propri sistemi sanitari, anche al fine di garantire il trasporto, la conservazione, la somministrazione e il monitoraggio dei prodotti sanitari contro il Covid-19;
2) Gli stati concepiscano dei piani nazionali per la distribuzione dei vaccini contro il Covid-19 che siano accessibili, inclusivi e che non siano discriminatori, prendendo in considerazione i fattori che possono aumentare il rischio di Covid-19 di una persona o di una comunità e prestando particolare attenzione ai gruppi emarginati e a coloro che hanno identità e status giuridici che si intersecano. Tali processi dovrebbero essere trasparenti e dovrebbero coinvolgere la partecipazione della società civile e dei gruppi emarginati;
3) Gli stati garantiscano che il prezzo non costituisca mai un ostacolo all’accesso ai prodotti sanitari contro il Covid-19. Considerato l’enorme impatto pubblico economico e sanitario del Covid-19, gli stati dovrebbero fornire vaccini gratuiti presso i centri di assistenza, utilizzando le massime risorse disponibili e facendo ricorso alla cooperazione e all’assistenza internazionale, in caso di necessità;
4) Gli stati garantiscano che ciascuno abbia un accesso libero, privo di ostacoli e agevole a informazioni obiettive, affidabili, attendibili e comprovate sui prodotti sanitari controilCovid-19, eliminando tutte le limitazioni non necessarie sul diritto di richiedere, ricevere e dispensare informazioni sui prodotti sanitari contro il Covid-19;
5) Gli stati non impongano politiche vaccinali obbligatorie generalizzate. La vaccinazione deve avvenire sempre e comunque su base volontaria;
6) Gli stati cooperino a livello globale eliminando ogni potenziale barriera per assicurare che i vaccini siano sviluppati, prodotti in quantità sufficienti e poi distribuiti in maniera tempestiva e inclusiva in tutto il mondo.
Solo così il Covid-19 sarà sconfitto per tutti o per nessuno.