Insorgenza e durata del dolore addominale. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per l’undicesimo appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Parliamo, in questo ultimo articolo sul dolore addominale, della sua insorgenza e durata, altre caratteristiche la cui analisi è di grande aiuto sia per il medico di famiglia, per formulare un corretto orientamento diagnostico, che per il paziente perché possa fare una giusta valutazione dei suoi sintomi dolorosi e sappia, se necessario, a chi e dove rivolgersi.
L’insorgenza, o meglio le circostanze in cui il dolore si può presentare, può essere la più varia e, in genere, è legata a quelle che sono le funzioni dell’apparato digerente, quindi può avere un rapporto con i pasti o, al contrario, col digiuno, oppure con l’evacuazione o, al contrario, con un ostacolo a questa, può insorgere prevalentemente di giorno, oppure di notte, può avere una relazione con alcuni cibi o bevande, che il paziente sa ben individuare, così come l’insorgenza può essere capricciosa, cioè nelle circostante più variabili, alcune volte addirittura contrarie.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la durata del dolore addominale, che può essere di pochi minuti oppure di giorni, mesi, anni, può essere continuo o intermittente; la durata ha una relazione con l’organo, o col distretto interessato, con la patologia che interessa l’organo o il distretto, col fatto che possa essere acuta o cronica e con la sua gravità.
Cerchiamo di fare alcuni esempi pratici e sintetici, prendendo in esame alcuni organi e distretti iniziando dalle prime vie digestive, proseguendo ai tratti più bassi e, infine agli organi annessi, il fegato con le vie biliari e il pancreas con le vie pancreatiche.
Il dolore esofageo, che è spesso localizzato in sede retrosternale, tanto che in alcuni casi può sembrare, si presenta come dolore urente che si può portare sino al faringe nei casi di reflusso gastro-esofago-faringeo e può essere scatenato dall’ingestione di alcuni cibi che esercitano un’azione irritativa sull’esofago già infiammato, quali cibi acidi, spezie, alcolici, in particolare i superalcolici. Il dolore esofageo altre volte si manifesta di notte, indipendentemente dai pasti, quando la posizione orizzontale del paziente che dorme favorisce la risalita del succo gastrico a causa di un’incontinenza dello sfintere che si trova tra l’esofago e lo stomaco, il cardias. Il dolore esofageo può insorgere dopo l’ingestione di cibo anche quando c’è un ostacolo, in tal caso non sarà urente ma costrittivo e il paziente avvertirà nettamente il blocco del passaggio del cibo, in particolare se questo è solido.
Il dolore gastrico, localizzato all’epigastrio, l’area centrale più alta dell’addome, può insorgere dopo aver mangiato se c’è un ostacolo alla progressione del cibo, che può essere determinato da un’infiammazione, un’ulcera o un tumore; in tali casi sarà sordo, gravativo, il paziente avvertirà che il cibo “si ferma nello stomaco e determina un peso doloroso”. Ma il dolore gastrico si può manifestare anche quando ci sono disturbi funzionali, cioè della sua funzione senza lesioni particolari, anche in tali casi può essere gravativo, ma essere avvertito anche come contrazione dolorosa se c’è, ad esempio, uno spasmo del piloro (l’altra valvola che mette in comunicazione lo stomaco col piccolo intestino). In alcune patologie, come l’ulcera gastro-duodenale, il dolore gastrico si avrà a digiuno perché determinato dalla abbondante presenza dell’acido cloridrico; l’ingestione di piccole quantità di cibo a volte lo sederà per il suo effetto neutralizzante sull’acido.
Il colon è molto spesso implicato nel dolore addominale e può insorgere subito dopo i pasti per accentuazione del riflesso gastro-colico, normalmente presente al di fuori di patologie. Il caso più frequente è il colon irritabile, che si accompagna spesso all’intolleranza al lattosio determinata dalla carenza di un enzima specifico, la lattasi. In tale caso il dolore è crampiforme, diffuso a tutto l’addome, ma prevalentemente nei suoi quadranti centrali, bassi o laterali e spesso si accompagna a meteorismo. Le contrazioni del colon, che possono essere anche molto violente, comporteranno una evacuazione del suo contenuto che, non avendo avuto il tempo per essere disidratato, sarà liquido; dopo le scariche diarroiche questo dolore addominale cesserà. Gli stessi sintomi si avranno quando c’è una rettocolite ulcerosa o un morbo di Crohn, ma accompagnati da un ben diverso corteo sintomatologico. Anche un ostacolo alla progressione del materiale intestinale nel colon darà un dolore che potrà essere di tipo gravativo o crampiforme, ma che sarà sempre accompagnato da distensione addominale, arresto dell’evacuazione e vomito.
Un cenno infine all’insorgenza del dolore di natura bilio-pancreatica. In genere quello biliare, come la colica biliare da calcoli in colecisti, localizzato in sede epigastrica, irradiato all’ipocondrio destro e all’angolo scapolare destro, insorge dopo pasti più o meno abbondanti e durano da qualche ora a 24 ore. Se durano di più e se diventano più intensi concentrandosi in sede epigastrica, bisogna focalizzare l’attenzione sul pancreas che, a volte, in corso di colica biliare, può sviluppare una pancreatite acuta anche severa, durante la quale i dolori sono molto intensi, tanto da richiedere analgesici stupefacenti e durano a lungo nel tempo.
Termino questa serie di sei articoli dedicati al dolore addominale, argomento della medicina così vasto su cui sono stati scritti interi trattati, sperando che essi siano stati utili sia ai medici che ai pazienti, con due considerazioni ad essi rivolte: ai medici l’esortazione ad eseguire un’anamnesi e un’analisi accurata del dolore addominale, soffermandosi sulla sede, le caratteristiche, l’insorgenza, l’intensità del dolore per impostare un corretto orientamento diagnostico, affidando successivamente alla tecnologia la diagnosi definitiva. Ai pazienti ho voluto fornire alcuni elementi di cultura sanitaria utili, spero, a conoscere un po’ di più se stessi e a gestire nel modo più giusto un sintomo come “il mal di pancia”, frequentissimo, che può essere innocente e banale, oppure prodromico di patologie che, affrontate in tempo, possono migliorare la qualità della loro vita.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it