Rilancio della Zes Ionica, Basilicata in Azione chiede confronto con Marchese (Commissario Zes Jonica) e Cupparo (assessore regionale). Di seguito la nota integrale.
Alla luce delle dichiarazioni del Ministro per il Mezzogiorno On. Mara Carfagna circa l’implementazione di risorse per 600mln di euro per il rilancio delle ZES (zona economica speciale) inserite nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ci chiediamo se, a distanza di cinque anni dalla sua istituzione formale e la recente nomina del commissario del comitato d’indirizzo nella persona di Giampiero Marchesi, la ZES ionica (Taranto e la Basilicata) sia pronta ad una nuova azione di rilancio e, quindi, dare impulso ad un serio e corposo piano di investimenti dell’economia di questa area del mezzogiorno e, quindi, di tutta la regione.
È bene ricordare che le Zone economiche speciali nascono con l’intento di favorire gli investimenti non solo attraverso una robusta politica di defiscalizzazione ma anche attraverso la semplificazione di procedure burocratiche. I 600 mln di euro annunciati dal Ministro per il mezzogiorno si aggiungono ai 207 mln stanziati nel Decreto Mezzogiorno per il credito d’imposta e ai 300 mln del Decreto Crescita destinato ai grandi investimenti. Tuttavia le Zes, nonostante questo forte impegno non ha prodotto i risultati sperati, tant’è che già il Ministro Provenzano – prima di essere sostituto al governo- nel decreto semplificazione ha promosso l’individuazione e la nomina dei commissari che sono stati chiamati ad intervenire circa l’individuazione delle aree a cui dare priorità per i nuovi insediamenti produttivi, così da accelerare l’attrazione degli investimenti; l’impulso per l’implementazione del sistema degli Sportelli unici amministrativi (che sconta anch’esso gravissimi ritardi attuativi).
Noi di Basilicata in Azione auspichiamo, e in questo senso chiediamo al più presto un confronto con il Commissario Marchese e con l’assessore alle attività produttive Cupparo, che la Zes ionica (Taranto – Basilicata) con l’attivazione della zona franca doganale diventi effettivamente competitiva in una logica globale nell’attrazione e nella movimentazione degli investimenti tenendo bene presente la sostenibilità e della transizione tecnologica.