Ex Cip Zoo di Potenza, Fillea Cgil: “Comune si apra al confronto, Dedicare l’area a un nuovo plesso scolastico per gli istituti superiori, in convivenza con il parco. Di seguito la nota integrale.
Il dibattito in corso sulla destinazione dell’area dell’ex porcilaia di Potenza (ex Cip Zoo) sembra giunto all’epilogo dopo che l’amministrazione comunale ha reso noto la scelta di destinare tale area alla costruzione del nuovo stadio comunale. Sembrerebbe quindi chiusa questa “partita”senza aver sviluppato qualsiasi confronto, dibattito e approfondimento con i cittadini e senza considerare minimamente sia la petizione che chiedeva l’istituzione dell’area a parco sottoscritta nel 2012 da ben undicimila cittadini sia la mozione approvata nel 2014 dal Consiglio regionale che impegnava la giunta a favorire la cessione dell’area ex Cip Zoo al Comune di Potenza,vincolando il trasferimento effettivo alla realizzazione del parco, che avrebbe dato senso compiuto alla connessione naturale sia con il parco fluviale del Basento che con il parco Rossellino, e avrebbe creato di fatto e reso fruibile quelle rete di percorsi verdi (greenway) di collegamento degli stessi parchi e aree verdi.
Ma al di là di questo, l’occasione ci consente di offrire come categoria sindacale degli edili della CGIL, alcuni spunti che speriamo possano essere considerati dalla classe politica e dagli amministratori locali: Comune di Potenza e Regione Basilicata. Parliamo sempre di pianificazione del territorio, delle infrastrutture necessarie e dell’urbanistica che deve essere più attenta a migliorare la qualità della vita e i servizi offerti ai cittadini, il tutto finalizzato a migliorare la vivibilità dell’ambientee anche degli spazi urbani che la città capoluogo di regione offre al fine di migliorare le condizioni di vita delle persone.
Tra le tante proposte approfondite nei nostri dibattiti sindacali, e questo a prescindere dalla discussione attuale sulla destinazione dell’area ex Cip Zoo, ci sentiamo di avanzarne una che è quella di dotare la città capoluogo di regione di un’area destinata a concentrare le scuole medie superiori in un unico sito, in modo da realizzare un solo e unico plesso scolastico nella città di Potenza, alla pari di quanto già da tempo realizzato in tantissime città. Questo permetterebbe una razionalizzazione anche dei servizi connessi ed afferenti alle varie discipline e indirizzi degli istituti di scuola superiore, dai laboratori didattici ai campi sperimentali e dimostrativi, nonché anche delle attività sportive integrate nell’attività scolastica. Pensiamo che le ricadute in termini di benefici nell’organizzare la mobilità urbana verso un solo ed unico plesso scolastico siano ovvie: migliore efficienza dei trasporti urbani e riduzione del traffico nelle ore di punta coincidenti con gli orari di ingresso e uscita degli studenti, riduzione degli autobus extraurbani in percorsi urbani e riduzione dei disagi per gli studenti pendolari che vedrebbero ridotti i tempi di percorrenza per il rientro nei paesi di residenza.
Avanziamo tale proposta perché crediamo che la programmazione di un plesso scolastico unico per gli istituti di secondo grado così come la realizzazione di un parco naturale, debbano avere almeno pari dignità rispetto all’individuazione dell’area su cui costruire il nuovo stadio, potendo tra l’altro mettere in conto anche di far coesistere le varie proposte.
Infine vogliamo evidenziare anche i possibili riflessi di natura occupazionale per il settore dell’edilizia, settore che in circa un decennio ha ridotto della metà i propri occupati e che una pianificazione di opere infrastrutturali potrebbe, nel tempo, favorire molto la ripresa produttiva del settore, siano esse rappresentate da parchi, scuole, stadi, gallerie, strade, depuratori, ferrovie, autostazioni, sistemazione idrogeologica, recupero e rigenerazione urbana, e non chiediamo opere al solo fine di dare lavoro alle maestranze edili, ma parliamo di quelle opere che abbiano un’utilità pubblica e servano a migliorare le condizioni di vivibilità della collettività, essendo le stesse dei beni comuni utilizzabili da tutti.
Tutte le infrastrutturehanno il limite per cui devono essere necessariamente “pensate” e pianificate a tempo debito, con congruo anticipo, non sono realizzabili immediatamente, ma si potranno costruiresolo nel tempo necessario occorrente sia per reperire le risorse economiche e sia per i tempi tecnici di realizzazione.
Le infrastrutture rappresentano oggettivamente quel patrimonio materiale che è la “vera eredità collettiva di una comunità”, ma se non sono “pensate” a tempo debito, il rischio è quello di navigare a vista e decidere per emergenze, e la fretta, è noto, non fa guardare lontano. Meglio sarebbe riflettere meglio e confrontarsi oggi in tempi rapidi, ma considerando varie prospettive che aiuterebbero a fare scelte più appropriate per valorizzare l’eredità collettiva che lasceremo alle generazioni future.