2 mila cittadini sostengono progetto del laboratorio multimediale a Maputo dell’Associazione Basilicata-Mozambico, soddisfazione Associazione “Lino Perrone”. Di seguito la nota integrale.
Questa è una bella storia che ci piace raccontare. Una bella storia che nasce circa 12 anni fa nella lontana Africa, più precisamente a Maputo, la capitale del Mozambico, grazie alla caparbietà ed alla lungimiranza dell’architetto Roberto Galante. Una bella storia nata tra lo scetticismo di tanti, le poche risorse finanziarie ed umane, ma anche la molta passione, l’impegno infaticabile e soprattutto l’amore di chi l’ha resa realtà. La bella storia si chiama “A Mundzuku Ka Hina”, che in lingua locale significa “il nostro domani”.
Si tratta di una scuola/laboratorio di fotografia, grafica, scrittura, alfabetizzazione digitale e comunicazione, destinata ai giovani, agli organi e ai bambini di strada che raccattano la sopravvivenza tra i rifiuti della discarica di Maputo. Un percorso di formazione professionale incentrato non solo sull’acquisizione di nuovi linguaggi informatici, ma anche un momento di produzione culturale, sperimentazione pedagogica, confronto umanistico e compartecipazione attiva ai processi formativi.
La sfida è stata quella di proporre un progetto formativo e di inserimento nel mondo del lavoro basato sulle nuove tecnologie informatiche in un ambito estremo e particolare, talvolta per i nostri paradigmi difficile da interpretare, di lavorare con ragazzi che non hanno avuto la possibilità di accedere neanche a forme di educazione basilari, né tantomeno di elaborare ed esprimere le proprie potenzialità ed i propri talenti.
Il principio che ha guidato le azioni di Roberto è stato quello di restituire gli strumenti e le competenze agli invisibili, a coloro che non hanno voce per esprimere il proprio sentire affinché possano elaborare un proprio originale linguaggio narrativo. Far esprimere, anche dal punto di vista formale ed estetico, la propria autonoma visione sul proprio mondo interno ed esterno. Affrancarsi da quella sorta di colonialismo culturale, funzionale all’industria della cultura, che li vorrebbe vedere narrati secondo stereotipi accomodanti, piuttosto che architetti della narrazione.
Il progetto ha preso vita nel giugno 2008, grazie all’Associazione Basilicata Mozambico Onlus, con sede presso la parrocchia di San Rocco a Matera presieduta da Don Angelo Tataranni. Dopo la prematura ed improvvisa scomparsa di Roberto Galante, nel luglio 2019, il quale aveva dedicato con passione e abnegazione totale gli ultimi dieci anni della propria vita ai ragazzi della discarica, elaborando le strategie pedagogiche per il loro sviluppo, umano e professionale, l’Associazione ha proseguito lungo la strada da lui tracciata. Il laboratorio è oggi portato avanti dagli allievi più anziani e preparati della scuola, che fanno da tutor ai più giovani, tenendo viva la fiamma della passione educativa e formativa del loro maestro.
La nostra bella storia continua dunque oggi a sopravvivere, grazie anche al piccolo contributo economico ricevuto da tante persone (circa 2.000) che in questi ultimi due anni hanno abbracciato amorevolmente questa nobile causa.
Tra gli assidui sostenitori del progetto l’Associazione Lino Perrone, in linea con lo spirito e i principi che la ispirano,è fiera di aver tenacemente deciso, nonostante le difficoltà legate alla pandemia di Covid 19, di rinnovare il proprio sostegno a questo progetto,impegnandosi come già lo scorso anno, in una raccolta fondi realizzata attraverso la pubblicazione di un calendario.Il risultato di quest’anno ha infatti superato ogni aspettativa: il calendario con le splendide foto del compianto amico Michele Di Lecce, è andato letteralmente a ruba. Gli allievi della scuola/laboratorio anche per quest’anno avranno un sostegno. Il filo di solidarietà che lega da anni la Basilicata ed il Mozambico non si è ancora spezzato!
Pertanto, in occasione del 65° anniversario della nascita di Roberto Galante, le Associazioni vogliono pubblicamente ringraziare tutti coloro che in vari modi hanno contribuito e aiutato a far sopravvivere questo processo formativo e a mantenere viva la speranza, che rappresenta per i “ragazzi della discarica” di Maputo, l’unica opportunità concreta di cambiare il proprio futuro.