“Sono felice che la rete dei sindaci che si sono uniti per chiedere al Parlamento, tra le altre cose, una più equa ripartizione dei fondi del PNRR a favore del Mezzogiorno si sia ulteriormente allargata. Se fino a qualche giorno fa erano 300, oggi sono diventati ben 500. Un’aggregazione e mobilitazione molto interessanti che la politica italiana non può ignorare in questa fase di definizione del Piano di ripresa e resilienza da presentare a Bruxelles. Per questo pochi giorni fa ho presentato alla Ministra Carfagna un’interrogazione per portare alla sua attenzione l’esistenza di questa rete e le sue istanze. Quella dell’eliminazione dello storico divario tra Nord e Sud è una delle battaglie che mi vede impegnato in prima linea da inizio legislatura, e oggi ancora di più visto che il testo del PNRR, necessario per ricevere i 192 miliardi di euro dall’UE, è in discussione alle Commissioni di Camera e Senato e tra pochi giorni arriverà in Aula”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato e vicepresidente del Gruppo degli Europeisti nell’annunciare l’interrogazione da lui presentata alla ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1210011/index.html
“L’Italia – continua il senatore – dovrebbe prendere esempio dalla Germania, che dopo la riunificazione è riuscita in trent’anni a colmare quasi del tutto il profondo gap che esisteva nei suoi territori, con investimenti massicci nati da una volontà politica ma anche da un calcolo economico ben preciso: gli interventi messi in campo per riequilibrare le diverse aree non sono un costo ma al contrario hanno ricadute positive sull’assetto socioeconomico di un paese. Lo stesso discorso vale per l’Italia, dove le risorse investite sono state infinitamente minori rispetto alla Germania: l’1% del Pil a fronte del 4-5%. Oggi, con il Recovery Fund, abbiamo l’occasione di dare nuovo slancio a questa complessa operazione. Ecco perché il criterio della ripartizione in parti uguali dei fondi europei, con il 34% assegnato al Sud, non va bene e non rispetta i criteri adottati dall’UE per assegnare le risorse al nostro paese. Anche la I Commissione Bilancio della Camera ha fatto presente questa incongruenza nella sua valutazione del PNRR. Governo e Parlamento non possono non tenerne conto. Ecco perché la partita del Recovery Fund è ancora tutta da giocare, e noi non ce ne staremo di certo a bordo campo”.