La necessità di un’azione concreta per la soluzione delle problematiche legate alla gestione dei casi dubbi, falsamente positivi o dipendenti da interferenze, nei piani di risanamento da brucellosi negli allevamenti bovini ed ovicaprini della regione Basilicata, è emersa nel corso di un’importante riunione convocata dall’assessore regionale alla salute, Rocco Leone, in modalità telematica, nel corso della quale è stato sottolineato come “troppo spesso ci si è soffermati esclusivamente agli aspetti diagnostici a discapito di quelli clinici che finora consegnano una regione zootecnica sostanzialmente esente da questa malattia”. L’incontro, molto significativo e fortemente voluto dall’Associazione regionale degli allevatori di Basilicata, si è reso necessario anche alla luce delle osservazioni che il ministero della Salute aveva avanzato a fronte della delibera regionale 376 di giugno 2020, che nel tentativo di uniformare il comportamento dei servizi veterinari su tutto il territorio regionale, di rispondere alle esigenze degli allevatori e di offrire maggiori certezze nella individuazione della malattia epizootica ha consentito di evidenziare le incongruenze che ancora persistono nelle procedure nazionali e nelle conseguenti applicazioni territoriali spesso orientate al rispetto delle formalità e non alla individuazione sostanziale di un reale focolaio. Ad oggi la Regione Basilicata può contare sulla totalità dei singoli allevamenti con la qualifica di “ufficialmente indenne da brucellosi” e non sull’intero territorio a causa di un solo allevamento transumante individuato tre anni orsono ed un solo animale scoperto lo scorso anno in provincia di Potenza. “Le analisi di laboratorio – ha evidenziato il presidente dell’Ara Basilicata, Palmino Ferramosca – e i controlli annuali che vengono svolti dai veterinari ufficiali in tutti gli allevamenti della Basilicata evidenziano il perfetto stato di salute della zootecnia lucana facendo emergere invece, in alcuni casi, la non perfetta attendibilità dei soli dati diagnostici che necessariamente, come è stato ribadito anche nell’incontro, devono essere accompagnati da una valutazione approfondita dell’indagine epidemiologica dell’allevamento. Solo consentendo acquisizione di responsabilità da parte delle strutture veterinarie territoriali si potrà arrivare in breve tempo a invertire la rotta e, insieme alla provincia di Matera – ha aggiunto Ferramosca – dichiarata oggi ufficialmente indenne da tubercolosi, anche l’intero territorio della Basilicata potrà raggiungere l’agognato traguardo di indennità ufficiale anche per la Brucellosi”. “Un altro elemento determinante – ha evidenziato il direttore Giuseppe Brillante – per evitare che le incertezze applicative della norma possano solo trasformarsi in grave danno economico per gli allevatori e consegnare un quadro falsato della sanità animale ai consumatori lucani sta nella rapidità e nella chiarezza delle decisioni da parte delle strutture e dell’intero sistema di controllo abilitato alla sorveglianza veterinaria. Il dubbio sulla presenza della malattia non può persistere per un numero di mesi indefinito né tantomeno che, date le stesse condizioni, questa venga letta in maniera differente a seconda dei territori dove si presenta”. L’incontro ha visto la partecipazione oltre che dei vertici dell’Ara e del responsabile veterinari Giuseppe Prestera, anche i rappresentanti della Direzione generale Sanità Animale e Farmaci Veterinari del ministero della Salute, il direttore Pierdavide Lomolino e il responsabile dell’Ufficio 3 sanità animale Luigi Ruocco, dirigenti del Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi, rappresentanti dell’Istituto Zooprofilattico Puglia-Basilicata, il rappresentante del settore zootecnia dell’assessorato regionale Agricoltura, Rocco Giorgio, il responsabile dell’Ufficio veterinario ed igiene degli alimenti della Regione Basilicata, Gerardo Salvatore con i responsabili veterinari della Asm, Vincenzo Nola, e della Asp, Vito Bochicchio.