L’ASPAT Basilicata, con una nota inviata al Presidente Bardi e all’Assessore Leone manifesta la propria insoddisfazione dopo aver appreso del Verbale di intesa siglato dall’Assessore regionale alla Salute ed alle Politiche Sociali della Regione Basilicata, dal Direttore Generale del Dipartimento Politiche della Persona e dall’ASP con l’associazione Ascriba rappresentante le strutture operanti nel c.d. ex art. 26 della legge n. 833/1978 e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. L’insoddisfazione non deriva, naturalmente, dal contenuto dell’accordo recato dal citato verbale, quanto dall’ amara constatazione che, a differenza delle Strutture dell’ex art. 26, le Strutture di cui all’ ex art. 25 continuano ad essere ignorate dall’Amministrazione regionale.
Evidentemente si è figli di un Dio Minore!
Non si contano infatti le tante richieste di convocazione di Tavoli e incontri per affrontare le numerose questioni irrisolte, forse la riabilitazione minimale (FKT), la radiologia, etc., agli occhi del dipartimento non hanno lo stesso rango della riabilitazione estensiva ex art. 26.
“Noi chiediamo gli altri ottengono”.
L’intesa raggiunta su aspetti di grande peso, quali la revisione dei Tetti di spesa, l’adeguamento delle Tariffe e il riconoscimento di Contributi per l’adozione di misure di prevenzione del contagio da coronavirus, interventi utili a coprire l’incremento dei costi sostenuti per adottare le misure di prevenzione e limitazione del contagio, maggiorazione che sarà riconosciuta fino a quando permane lo stato di emergenza sanitaria, sono i punti importanti su cui è stato trovato l’accordo. Ciò è certamente positivo perché accoglie buona parte delle rivendicazioni più volte sostenute dall’Aspat Basilicata. Si chiede, pertanto, che il suddetto verbale di intesa rappresenti solo il primo passo della Regione Basilicata verso tutte le strutture private accreditate, posto che l’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha messo a dura prova l’intero settore privato regionale di tutta la Specialistica ambulatoriale, costringendo le strutture non solo a chiusure forzate, ma anche a sostenere eccessivi costi straordinari per garantire la massima sicurezza dei propri lavoratori e dell’utenza del Sistema Sanitario Regionale.
La presidente di ASPAT Basilicata Antonia Losacco, torna perciò a ribadire che non si chiede la luna, ma solo l’eliminazione persistente e ormai insopportabile della disparità di trattamento tra i due regimi ambulatoriali ex art. 26 ed ex art. 25: i principi programmatori devono essere uguali per tutti gli erogatori di prestazioni sanitarie.
In ragione di ciò, si torna a reclamare la vicinanza delle Istituzioni e a chiedere la convocazione di un incontro con tutte le associazioni rappresentative delle strutture operanti nell’ex art. 25, al fine di concordare, ugualmente come avvenuto con quelle di cui all’ex art. 26, le migliori soluzioni volte a superare le problematiche derivanti dal COVID-19 oltre che la revisione dei Tetti di spesa e delle tariffe ferme al 1996!