109 anni fa moriva Giovanni Pascoli. Di seguito il ricordo di Nino Vinciguerra.
Il 6 aprile 1912 (proprio come oggi, ma 109 anni fa) moriva a Bologna Giovanni Pascoli.
Era nato a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. Figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato insieme a Gabriele D’Annunzio, il maggior poeta decadente italiano, ebbe la sua prima esperienza di insegnante a Matera (1882/1884). Fu professore Latino e Greco al Liceo – Ginnasio che, istituito nel 1864, aveva la sua sede nell’ex Palazzo del Seminario (oggi Palazzo Lanfranchi). Pascoli arrivò a Matera nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 1882. Scrivendo al Carducci, lamentava che in città la cultura era cosa per pochi: “Non c’è un libro qua: da vent’anni che c’è un liceo a Matera nessuno n’è uscito con tanta cultura da sentire il bisogno d’un qualche libro; i professori pare che abbiano la scienza infusa; e perciò di libri non se n’è comprati”. Nel 1883 Pascoli sembra prendere coscienza del fatto che ci sarebbero volute iniziative volte a cambiare lo stato delle cose “Ci vorrebbe forse un sussidio del governo; ma il governo probabilmente non ne vorrà sapere nulla”. Forse non si ambientò mai alla vita materana ma, ormai famoso, in una lettera del 1902 inviata al Preside del Liceo Vincenzo Di Paola, scrisse: “Come mi giova, dopo una vita così torba tornare a cotesta serenità di pensiero e di parole, che avrei dovuto prendere da lei in quella povera città di trogloditi, in cui vissi così felice, sebbene così pensoso! Sì: delle città in cui sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia”.
Nino Vinciguerra