Giornata di tensione per la protesta degli ambulanti e di commercianti e ristoratori in tutta Italia. Davanti Montecitorio, a Roma, sono stati lanciati alcuni fumogeni e bottiglie. La polizia, che transenna l’area antistante la Camera dei deputati in assetto antisommossa, ha contenuto i manifestanti, che protestano al grido di “liberta’, liberta’”, tentando di scavalcare le recinzioni. Tra loro alcuni senza mascherina, bandiere blu di Italexit, il movimento del senatore ex M5S Gianluigi Paragone, e un uomo, Ermese, ristoratore modenese, vestito come Jake Angeli, l’appartenente al movimento Q-Anon che fece irruzione al Congresso Usa a Washington. In piazza pure i militanti di CasaPound, organizzazione di estrema destra.
Subito dopo il comizio di Vittorio Sgarbi (che ha parlato di “stato criminale”, di “governo che coltiva la malattia”, perché “le chiusure non hanno ridotto i morti” e “nella bella giornata di sole di Pasqua c’era gente con la mascherina”), gli organizzatori – un gruppo di associazioni – hanno chiamato allo sfondamento. Ai lanci di oggetti gli agenti hanno risposto con una carica. Un secondo tentativo più tardi. Feriti almeno due poliziotto, medicati a Chigi e portati poi in ospedale. Testimoni raccontano però che ci sarebbero feriti anche alcuni manifestanti. Tra loro ci sono anche 7 fermati.
Gli investigatori parlano di “infiltrati” di “diversi gruppi di estremisti” che avrebbe avuto “l’obiettivo di strumentalizzare il disagio sociale e far salire la tensione”. E interviene pure la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che parla di “violenze inammissibili” a Roma e aggiunge: “Non si può accettare che, in una fase così difficile per il Paese in cui è richiesto il massimo sforzo di coesione e di reciproca solidarietà, le ragioni della protesta sfocino in comportamenti che provocano ulteriori tensioni e disagi, come nel caso del blocco stradale a Caserta, andando a colpire indiscriminatamente cittadini altrettanto provati dalla crisi causata dal Covid-19”.
In piazza pure Giovanni Favia, ristoratore bolognese tra i volti più noti degli esercenti “ribelli”, ex M5s: “Sono state divelte le transenne” e “ci sono stati scontri con la polizia”, racconta. “Non credo che la situazione possa reggere. Il rischio è un’escalation del conflitto”. Una delegazione di manifestanti è stato poi ricevuta dal deputato Pd Emanuele Fiano.
“Lavoro, lavoro” è stato il coro del folto gruppo di commercianti ambulanti che si è riunito in piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale di Milano, per chiedere di poter riaprire “prima possibile ” e “immediati ristori” per il comparto “allo stremo”. “Siamo gli unici ancora chiusi – hanno spiegato-. E’ giusto che riaprano le scuole, molti negozi riapriranno o non sono mai stati chiusi: noi chi siamo? I nemici sociali?”. Da piazza Duca d’Aosta i duecento manifestanti, con un centinaio di automezzi, hanno improvvisato un corteo che si è fermato a poca distanza, in via Vittor Pisani, bloccando la strada, con il traffico che viene deviato nelle vie limitrofe.
La protesta non è avvenuta solo a Milano. Gli ambulanti erano in piazza già alle 8 stamani sulla spianata di Imperia Oneglia, per manifestare contro l’ordinanza con la quale è stata istituita la zona rossa. Hanno guidato i loro mezzi in un lento corteo verso la Prefettura di Imperia, dove hanno organizzato un presidio in attesa che una delegazione venga ricevuta dal prefetto Alberto Intini. “Siamo quasi tutti di Imperia, ma c’è anche qualcuno da Savona – ha detto Davide Milazzo, uno degli organizzatori -. La nostra categoria comprende centinaia di famiglie. E’ assurdo che i negozi di articoli per bambini e intimo possano restare aperti mentre i banchi che vendono lo stesso prodotto devono chiudere. I mercati sono notoriamente le zone più controllate, con pattuglie di polizia, carabinieri, finanza e vigili. Se ci ascolteranno, bene, altrimenti torneremo con mogli e figli. Se il governatore Toti è convinto che la nostra provincia ha un alto indice di contagio perché non ha chiuso tutto?”.