Il Segretario Generale di Spi Cgil, Angelo Vaccaro sollecita un cambio di passo per la campagna vaccinale anti Covid in Basilicata, sopratutto per tutelare le categorie fragili e gli anziani, disabili gravi, compresi familiari conviventi e caregiver. Di seguito la nota integrale.
Basta con una campagna vaccinale anti Covid condotta dalle Autorità di governo regionale all’insegna della politica dell’”annuncio”, di decisioni del “giorno per giorno” parziali ed improvvisate, spesso foriere di disfunzioni organizzative, di una comunicazione istituzionale “a spot” quasi sempre tarata sul rimbalzo mediatico dell’effetto immagine ed incline a inflessioni propagandistiche.
Per noi rilevano, soprattutto, i riverberi negativi delle decisioni estemporanee, delle conseguenze della improvvisazione organizzativa e della inadeguata comunicazione istituzionale, in termini di ulteriori disagi arrecati a quella parte di popolazione (anziani, fragili, disabili etc.) che continua a pagare un tributo elevatissimo di vite umane e più drammaticamente vive la condizione di confinamento sociale e di una faglia che si allarga tra il senso di una cittadinanza smarrita e dolente e la fiducia nelle istituzioni pubbliche.
Abbiamo ancora ben chiara la lezione che ci viene dalla “debacle” dell’ultima campagna di immunizzazione antinfluenzale.
Per questo affermiamo che non è più possibile condurre sul proprio territorio una guerra, contro un nemico insidioso ed inquietante, in cui la battaglia più importante si svolge al di fuori di qualsiasi pianificazione strategica.
Occorre cambiare verso.
Pur consapevoli che la velocità, la decelerazione o la indispensabile accelerazione delle attività vaccinali dipendono dalle quantità e regolarità dei flussi di fornitura di vaccini ed alta è la probabilità di apportare aggiustamenti successivi, tutte e tutti hanno il diritto di sapere qual’è il crono-programma base della campagna di immunizzazione; quanti, quali e dove sono dislocati sul territorio i presidi di vaccinazione; attraverso quali modalità si organizza il reclutamento dei gruppi target, in stretta coerenza con la gerarchia di priorità basata su considerazioni di carattere sanitario e per fasce di età e con l’ausilio della piattaforma poste; come si potenzia e si capillarizza la capacità complessiva di vaccinazione, a cominciare dall’incremento delle squadre di vaccinatori, dal reclutamento di nuovo personale sanitario e da un vero coinvolgimento dei medici di medicina generale, e come si valorizzano il ruolo e la disponibilità già ampiamente dimostrata da Sindaci e Amministrazioni locali, associazioni della protezione civile e del terzo settore e dalle stesse parti sociali.
Fondamentale importanza assume l’approntamento di una comunicazione istituzionale puntuale e trasparente, scevra da tentazioni propagandistiche, in grado di aiutare la formazione di una coscienza collettiva diffusa nella lotta alla pandemia, essere di ausilio all’avanzamento dello stesso processo di implementazione del piano vaccinale, fornire informazioni tanto sulle ragioni delle criticità che possono insorgere quanto sugli esiti positivi che si conseguono.
Dunque, si dia luogo con immediatezza alla calendarizzazione della fase di vaccinazione per tutte le persone estremamente vulnerabili e portatrici di disabilità gravi, compresi i familiari conviventi e caregiver, e si programmi contestualmente quella per la fascia anagrafica dai 70 ai 79 anni, confermando le stesse modalità organizzative seguite per gli over 80 – con l’attivazione di almeno un centro di vaccinazione in ogni Comune ed un vero e pieno coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta -, per tenere in debito conto la condizione di particolare disagio di queste persone e, al contempo, poter conseguire l’obiettivo della massima copertura vaccinale.
Oltretutto, il positivo avanzamento di questa fase potrebbe costituire un formidabile abbrivio per il prosieguo della campagna massiva di immunizzazione.