Resta alta la tensione nel carcere di Melfi, da giorni al centro delle cronache per le conseguenze di un focolaio pandemico che vede contagiati 57 detenuti (tre dei quali ricoverati in Ospedale) e 4 appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria positivi al Covid-19.
“Si tratta di una situazione certamente allarmante”, spiega il segretario regionale SAPPE della Basilicata Saverio Brienza, “anche perché si tratta di detenuti del circuito detentivo ad Alta Sicurezza. In una nota trasmessa al Prefetto di Potenza Annunziato Vardé ed alle Autorità ministeriali e regionali ho evidenziato la necessità di porre in essere ogni forma di prevenzione, che riguardi innanzitutto l’eventuale ulteriore diffondersi dell’evento epidemiologico, ma la preoccupazione ulteriore del SAPPE è anche quella che i detenuti presenti nella struttura melfitana potrebbero cogliere tale occasione per porre in essere nuovi disordini, così come avvenne il 9 marzo 2020, utilizzando le pretestuose argomentazioni che riguardano il focolaio in atto, in pregiudizio all’ordine e alla sicurezza dell’Istituto”. Brienza sottolinea le criticità operative del personale: “attualmente il personale di Polizia Penitenziaria impiegato al piantonamento dei detenuti interessati ai ricoveri, con turni da otto ore, anche in maniera difforme alle disposizioni vigenti, tenendo conto delle condizioni operative estreme a cui gli stessi sono sottoposti, in Reparti ad alto rischio di contagiosità e senza una vera e propria formazione sanitaria specifica. Per questo ho sollecitato al Provveditore regionale penitenziario di Bari Giuseppe Martone di prevedere un cospicuo supporto organico di personale al Reparto di Melfi, considerato che per le criticità in atto il personale in servizio è costretto a svolgere turnazioni incredibilmente massacranti, anche di 15/16 ore di servizio operativo continuativo al fine di fronteggiare l’emergenza”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, evidenzia che “il quadro nazionale ci dice che stiamo assistendo ad un aumento di contagiati dal Covid tra detenuti (più del doppio di quanti erano il primo marzo, 410) e appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria (oggi 683 – 42 dei quali sintomatici – rispetto ai 611 del primo giorno del marzo) Come Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, rinnoviamo l’auspicio che si arrivi quanto prima possibile alla copertura vaccinale per tutto il personale di Polizia Penitenziaria con ogni garanzia e sicurezza. Per il SAPPE resta indispensabile monitorare costantemente la questione, anche attraverso una regolare programmazione di tamponi molecolari, e predisporre ogni utile intervento (in termini di congrua dotazione di dispositivi di protezione individuali, come guanti, occhiali, visiere, maschere facciali filtranti, copriscarpe, ecc.) a tutela dei poliziotti, degli altri operatori penitenziari e degli stessi detenuti: la promiscuità nelle celle può infatti favorire anche la diffusione delle malattie, specie quelle infettive”.