Cinzia Scarciolla, consigliera comunale e capogruppo di Matera 3.0 in un aota esprime garantisce che a seguito delle scelte approvate i consiglio comunale dalla maggioranza che sostiene il sindaco Bennardi non saranno ridotti i servizi educativi. Di seguito la nota integrale.
Intendo subito sgombrare il campo dagli equivoci e chiarire che per l’annualità 2021 i servizi di mensa scolastica e di asili nido rimangono immutati in quanto la loro pianificazione era stata già avviata e contrattualizzata nell’anno 2020. La proposta di emendamento che, vorrei precisare, è stata portata avanti dalla maggioranza, è intervenuta in un settore, quello delle politiche sociali, che difficilmente può dirsi saturo ed è, pertanto, sempre bisognoso dirisorse aggiuntive.In tema di bilancio, le prerogative di chi amministra non sono solo quelle di fare emendamenti “al rialzo”, cosa che sarebbe assai più edificante e politicamente conveniente, ma anche di analizzare la spesa affinchè tenda ad una maggiore efficienza. Nell’ambito di un bilancio complessivamente intoccabile per numerosi voci di spesa, nonché per via della riduzione delle entrate che ha investito anche il Comune di Matera per effetto della pandemia, si è volutocominciare ad imprimere una direzione di cambiamento attraverso l’istituzione di nuovi capitoli di bilancio, finora inesistenti, come quelli della mobilità sostenibile e dei comitati di quartiere, promossi fortemente dal mio gruppo politico, nonché delle politiche giovanili e delle attività a favore della terza età.
Tornando però ai timori per il 2022 e 2023, la riduzione di budget in termini assolutiper i capitoli di spesa oggetto di particolare interesse da una parte dell’opinione pubblica, non implica necessariamente una riduzione di servizi quanto piuttosto una rimodulazione degli stessi e della relativa spesa puntando ad una maggiore equità. Si ritiene, per esempio, equo che il pagamento di una retta per un asilo nido di una famiglia con reddito superiore a circa € 30mila sia pagata grazie alle tasse di cittadini meno abbienti? Si ritiene equo che il costo di un pasto di una mensa scolastica sia pari a € 4,65a pasto, anche per redditida €18mila ed oltre e che parte di questo costo sia pagato dalle tasse di cittadini meno abbienti? Occorre distinguere, inoltre,la funzione educativadei servizi mensa e asilo nido, che vanno sostenuti e ampliati in qualità (chi non vorrebbe ampliarlo anche in quantità!), dalla concezione che tali servizidebbano essere sovvenzionati per qualsiasi fascia di reddito: devono esserlo per le fasce deboli ma oltre una certa soglia di reddito sarebbe opportuno determinare nuovi scaglioni che prevedano una maggiore proporzionalità della contribuzione privata, in relazione al reddito. In sostanza, quello che si è inteso modificare in futuro, è il sistema di partecipazione degli utenti ai costi di gestione dei servizi rimodulando la compartecipazione dell’amministrazione comunale in un’ottica di maggiore equità.
Pertanto, fermo restando che le scelte possono essere discutibili e migliorabili in corso d’opera, avvieremo nei prossimi giorni, in previsione delle scadenze dei contratti in essere, in questo come in altri settori, un’analisi dettagliata che scongiuri un taglio dei servizi, ma consenta di trovare inefficienze e iniquità da troppo tempo tollerate, entrando nel dettaglio di ogni singola voce di bilancio e riequilibrandole diverse esigenze che occorre tenere insieme.