Ha fatto discutere moltissimo sui social la scelta di inserire una scala di servizio nel Parco della Murgia Materana nell’ambito dei lavori di realizzazione del “Parco della Storia dell’Uomo – Civiltà Rupestre e Preistoria di Matera”. Il presidente del Parco della Murgia Materana, raggiunto al telefono aveva dichiarato: “Sono 8 gradini di una scalinata di servizio che permette di scendere nel piazzale dalla fermata del bus per raggiungere la chiesa rupestre di San Falcione. La foto diffusa sui social è stata scattata quando la pietra non era stata ancora trattata, si tratta (come confermano le foto riportate in basso – ndr) di una pietra riportata nell’articolo 50 punto 10 del piano del parco e quindi non c’è nessuna violazione di norme”:
In proposito riportiamo di seguito la relazione sui lavori in corso nel Parco della Murgia materana inviata dall’architetto Fernando Russo di Ferima, la società che si è aggiudicata l’appalto di Invitalia.
Il progetto è frutto del tavolo congiunto tra Comune di Matera – Ente Parco – Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio e Invitalia S.p.A. come stazione appaltante ed ente attuatore degli interventi legati all’evento Matera 2019
Il progetto “Parco della Storia dell’Uomo – Civiltà rupestre e Preistoria” interessa i seguenti ambiti: chiese rupestri, parco archeologico, sentieristica, sistema della ricettività e fruizione in modo da ricostruire il sistema ambientale, storico, archeologico in modo da ottenere un sistema di tutela, conservazione e fruizione integrato e unitario. L’obiettivo principe del progetto è stato quello di pianificare le azioni in grado di rallentare al massimo i processi di deterioramento, dovuti ad anni di mancata gestione e incuria, agendo non sui singoli beni, ma sulla loro totalità e sul loro rapporto con la totalità dell’ambiente in cui sono collocati e dal quale provengono le cause di deterioramento.
Il progetto non solo prevede importanti interventi di recupero e tutela delle sette chiese rupestri ma anche interventi di conservazione paesaggistica e di valorizzazione delle specie murgiane attraverso la definizione di percorsi regolati, per evitare il camminamento incontrollato, fattore che negli ultimi vent’anni ha portato alla desertificazione progressiva della cosiddetta “pseudosteppa murgiana” a causa della crescita esponenziale del turismo.
Il progetto, quindi, mira ad inserire il Parco delle Chiese Rupestri della Murgia Materana all’interno del dibattito e di quelle realtà, in cui tutti i siti Unesco sono ormai protagonisti, ovvero il “turismo-natura” che ha registrato negli ultimi anni una crescita costante. E’ un tema chiave per il Parco, sia in quanto destinazione turistica che deve andare incontro alle richieste di un mercato sempre più consapevole ed etico, sia in quanto territorio murgiano dall’ecosistema fragile e complesso.
Murgia Timone, fino ad oggi si presentava come una lunga lingua di asfalto costellata da alcune piazzole di sosta costellate da rifiuti e cemento. Si sta riconvertendo la Contrada in un percorso (ciclabile e pedonale) naturalistico attrezzato, eliminando l’asfalto e impedendo alle auto private di accedere liberamente all’interno del Parco, causando gravi danni all’ecosistema materano, come già previsto dalle norme tecniche di attuazione del Piano del Parco, finora inattuate. Valorizzare l‘esistente ottimizzando gli spazi. Sono presenti anche due fermate bus che servono per quella strategia integrata di mobilità sostenibile all’interno del Parco, promossa dal progetto e a cui l’amministrazione comunale si era impegnata, promuovendo la realizzazione di bus elettrici che dalla città andranno al Parco. Tutto ciò era già previsto nel Piano regolatore del Parco, ed oggi finalmente inizia a diventare realtà, anche grazie alla costante collaborazione dell’Ente parco e della Soprintendenza, costantemente presenti e partecipi nel corso dei lavori.
E proprio sul tema dell’accessibilità ai luoghi che il progetto di visita e di fruizione vuole garantire l’ accessibilità allargata al sito anche per le persone diversamente abili e in considerazione dell’orografia del suolo e della disposizione delle chiese rupestri, si sono individuati due percorsi di visita, orientati sul livello di difficoltà e/o di tempo a disposizione:
percorso 1 / livello basso di difficoltà – passeggiata breve;
percorso 2 / livello alto di difficoltà – passeggiata lunga, il cui il punto di partenza, che fungerà anche da centro informativo e ‘porta’ dei percorsi, è la chiesa rupestre di San Falcione, preceduta da una pre visita presso Jazzo Gattini.
Il progetto, quindi, allarga il diritto di accedere ai luoghi, seguendo le linee guida MIBACT secondo cui l’accessibilità fisica, sensoriale e culturale sono infatti requisiti imprescindibili per rendere pienamente fruibili i luoghi della cultura a tutti i visitatori del patrimonio italiano. Data la particolarità orografica dei luoghi il progetto garantisce un più comodo accesso alla chiesa di San Falcione e alla chiesa della Madonna delle Tre Porte grazie alla ridefinizione dei sentieri esistenti, ai quali è stata data una pendenza più dolce che renderà possibile, con l’ausilio di un accompagnatore, l’accesso ai disabili motori.
All’interno del Parco archeologico di Murgia Timone è stata realizzata una passerella in legno, removibile e flessibile in funzione delle necessità archeologiche, che non solo serve a orientare il visitatore all’interno di un’area vasta e a indirizzare i visitatori verso le eccezionali testimonianze del villaggio neolitico di Murgia Timone, ma la nuova passerella serve anche a preservare dal camminamento incontrollato sia gli estradossi delle tombe, fortemente degradati dai pesi aggravanti e presenze antropiche, che la vegetazione protetta dalla Direttiva 92/43/CEE, anche essa devastata dal camminamento incontrollato. Il tracciato della nuova passerella non interferisce in alcun modo con le tombe ma si discosta proprio per evitare che i fruitori possano camminarci su; il tracciato, condiviso con gli archeologi della Soprintendenza, ha tenuto conto delle indagini di archeologia preventiva effettuate e che ha portato alla luce in maniera univoca il disegno del solco della trincea, scoperta da Ridola nei primi del Novecento.
Circa il restauro e consolidamento delle sette chiese rupestri, a seguito delle copiose indagini effettuate, è stato impostato seguendo tutti i dettami del Restauro architettonico previsto dal Codice, portando ad un miglioramento delle capacità resistenti delle strutture, per prevenire pericolose evoluzioni dei fenomeni degenerativi degli elementi più vulnerabili. Fondamentale è stato ripristinare le capacità precedentemente possedute dalla struttura, interrompendo un pericoloso processo di progressivo indebolimento. Questi interventi di restauro e consolidamento sono fondamentali per la conservazione dei monumenti per le prossime generazioni. Visti i fenomeni in atto, i crolli che hanno interessato diverse chiese, sia chiaro che senza questi interventi di miglioramento la comunità materana perderebbe anche queste preziose testimonianze perdurate fino a noi. Tra gli interventi di consolidamento è stato realizzato anche l’intervento di anastilosi del nartece della chiesa della Madonna delle Tre Porte che conserva preziosi affreschi (come quelli rinvenuti presso la chiesa di S. Agnese che ridatano l’insediamento rupestre materano). Tale intervento, che di fatto ripropone parte del vecchio fronte della chiesa crollato, è stato realizzato ricostruendo due pilastri sulla base di quelli crollati, che oltre a conferire maggiore stabilità al banco tufaceo, aiuterà a preservare gli affreschi e i graffiti rupestri dalle intemperie e dai raggi ultravioletti del sole. All’interno della chiesa della Madonna delle Tre Porte è stato definito un nuovo piano di calpestio in cocciopesto (materiale naturale e removibile) con sottostante strato di protezione del banco roccioso, per consentire anche ai fruitori diversamente abili di potervi accedere.
Michele Capolupo
La fotogallery dei lavori in corso nel Parco della Murgia Materana (foto www.SassiLive.it)