L’olivicoltura lucana è difronte a una svolta storica che rappresenta buone opportunità per incrementare il reddito per le aziende agricole e la commercializzazione dell’olio prodotto in Basilicata. E’ quanto evidenziato nel webinar promosso da Oprol e Cia-Agricoltori Basilicata all’interno di un programma di attività informative e formative. Nella riunione sono stati approfonditi essenzialmente il tema della certificazione biologica, con riferimento al bando regionale e quello della certificazione IGP dell’Olio Lucano. Sono intervenuti il Direttore Oprol Paolo Carbone, il responsabile tecnico di Oprol Antonio Langerano, Maria Pinnola di Agri Cert, Paolo Colonna Presidente Oprol e Donato Di Stefano Direttore CIA Potenza-Matera.
Oprol conta circa 3000 soci, di cui circa 2000 in provincia di Potenza e circa 1000 in provincia di Matera, e oltre 2.200 oliveti. La filiera è costituita dai soci olivicoltori, da 4 centri di raccolta olive situati a Lavello, Montescaglioso, Grassano e Ferrandina, da 4 tecnici agronomi presenti su tutto il territorio regionale, da 7 frantoi che producono olio extra vergine di oliva e commercializzano direttamente al consumatore finale, e da una rete commerciale indiretta che commercializza sempre direttamente al consumatore finale e quindi alle famiglie, in Italia e all’estero. La media aziendale è di 1,4 ettari.
“Certificare le produzioni, fare aggregazione e costruire filiere che puntano alla qualità sono le armi per vincere la sfida del mercato – afferma Paolo Colonna, presidente Oprol -Abbiamo bisogno, e stiamo lavorando su questo, di un consorzio di tutela e valorizzazione dell’Olio Lucano IGP. Con la valorizzazione dell’origine dei prodotti agricoli ed agroalimentari il consumatore può ritrovare la fiducia, la sicurezza e la qualità dei prodotti, così come richiede. Sottoporre le nostre aziende a regimi di controllo da parte di enti terzi significa aumentare la consapevolezza che sulle tavole proponiamo qualità, territorialità e salute. Oltre all’IGP l’altra grande sfida è quella del biologico, i bandi sulla misura 11.1 – 11.2 agricoltura biologica della Regione Basilicata non solo propongono un sostegno a superficie importante sulle aree coltivate ad olivo, ma – continua Colonna – vanno verso la sfida della sostenibilità europea”.
Di Stefano ha evidenziato che si attendono i programmi di sostegno al comparto olivicolo-oleario nazionale partiti all’inizio di questo mese. I programmi che si concluderanno entro il 31 dicembre 2022, potranno contare su una dotazione complessiva pari a 69,2 milioni di euro di cui 34,59 milioni quale contributo comunitario. Di tale plafond almeno il 20% potrà essere utilizzato per interventi sul miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura, almeno il 30% destinato al miglioramento della qualità della produzione e il 15% per interventi sul sistema della tracciabilità, della certificazione e della tutela della qualità dell’olio di oliva e delle olive da tavola, in particolare il controllo degli olii venduti ai consumatori finali.
Nel dettaglio, per interventi sul miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura si intendono le operazioni di mantenimento degli oliveti ad alto valore ambientale e paesaggistico e a rischio abbandono, ubicati per lo più in aree dalla situazione orografica difficile, l’elaborazione di buone pratiche agricole per l’olivicoltura basate sui criteri ambientali adattati alle condizioni locali nonché loro diffusione e monitoraggio, la dimostrazione pratica di tecniche alternative all’impiego di prodotti chimici per la lotta alla mosca dell’olivo e di tecniche olivicole finalizzate alla protezione dell’ambiente e al mantenimento del paesaggio quali la coltivazione biologica, la coltivazione a bassi consumi intermedi, la protezione del suolo limitando l’erosione o la coltivazione integrata, nonché le iniziative per la protezione delle varietà rustiche e delle varietà a rischio estinzione.
Gli interventi per il miglioramento della competitività dell’olivicoltura attraverso la modernizzazione saranno tesi all’innovazione dei sistemi di irrigazione e delle tecniche colturali con introduzione di sistemi digitalizzati, la sostituzione degli olivi poco produttivi con nuovi olivi, la formazione dei produttori sulle nuove tecniche colturali e le iniziative di formazione e comunicazione. Sulla qualità della produzione, gli interventi mireranno al miglioramento delle condizioni di coltivazione, raccolta e magazzinaggio delle olive prima della trasformazione e connessa assistenza tecnica, al miglioramento varietale degli oliveti e alla valorizzazione dei residui della produzione, all’assistenza tecnica all’industria di trasformazione oleicola, alla costituzione e miglioramento dei laboratori di analisi delle caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche degli olivi di oliva vergini, nonché alla formazione di panel di assaggiatori per l’analisi sensoriale.
Infine, saranno finanziati interventi per la progettazione e la realizzazione di sistemi di tracciabilità di filiera certificati, la realizzazione e la applicazione pratica di sistemi di certificazione volontaria della qualità basati su un sistema di analisi del rischio e di punti critici di controllo nonché la progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di controllo del rispetto delle norme di autenticità, qualità e commercializzazione dell’olio di oliva e delle olive da mensa immessi sul mercato.