Pasquale Tucciariello del Centro Studi Leone XIII in una nota sottolinea lo stallo politico che riguarda il Parco del Vulture, ancora in attesa della nomina del Presidente. Di seguito la nota integrale.
Tuccciariello: “Parco del Vulture, paralisi e pantano”. Di seguito la nota integrale.
E’ proprio così, fumata nera dall’ultimo incontro dei sindaci di mercoledì scorso. Avrebbero dovuto decidere 1) se mantenere inalterato il loro deliberato – cinque sindaci autocandidati dai quali ne sarebbe stato nominato uno, dalla Regione, alla presidenza del Parco -, 2) se accogliere le indicazioni della Regione che chiedeva ai sindaci di dare corso alla valutazione dei curricula e presentarne tre o cinque nomi. La Regione ha facoltà poi, secondo la legge regionale del novembre 2017, di scegliere un nominativo e designarlo come presidente del Parco del Vulture. Invece i sindaci non hanno deciso nulla, nessuna delle due possibilità che si presenta alla loro valutazione. Cioè, il pantano e la paralisi. Si rivedranno la prossima settimana con la speranza che la fumata sia bianca. Qualche riflessione. Ragioniamo un po’.
Ha ragione la Regione a fare pressione sui sindaci perché essi si attengano per dovere e per obbligo alla valutazione delle competenze dei circa trenta candidati alla presidenza. Hanno ragione i sindaci che si sono autocandidati perché essi stessi hanno sia competenze amministrative, sia conoscenza del territorio. Hanno ragione i cittadini del Vulture che ancora una volta vedono sfumare occasioni propizie in quanto ad unità di intenti nel territorio e vedono allontanare nel tempo concrete possibilità di sviluppo dell’area attraverso il bene ambiente. Ma ci sono criticità evidenti. La Regione ha fatto una legge balorda tale da consentire questo pasticcio sulle nomine, i sindaci si sono rivelati pasticcioni anch’essi perché si sono subito divisi pur essendo tutti di sinistra (questo è ancora peggio, manca la politica ossia la visione anzitutto ideale), alcune associazioni – solo alcune – hanno tenuto sotto assedio i sindaci per le loro autocandidature. Il mio parere è noto. Ribadisco che i sindaci conoscono il territorio meglio di chiunque altro, sono stati eletti attraverso libere elezioni democratiche, hanno le competenze per assumere la presidenza di questo parco perché per dirigerlo così com’è e con i finanziamenti ridicoli così come sono non occorrono lumi eccellenti che peraltro non se ne vedono a mucchi. Allora, i sindaci decidano finalmente, ed escano dal pantano nel quale si sono cacciati deliberatamente, decidendo per la prima o per la seconda opzione. Una avvertenza: i sindaci vanno sostenuti, anche se non appartengono alla propria formazione politica di riferimento.