Serve manodopera per la stagione dei raccolti dei prodotti agricoli ed ortofrutticoli. A lanciare l’allarme è la Coldiretti, che alle difficoltà per l’arrivo in Italia di manodopera straniera, evidenzia l’aggiungersi di quelle burocratiche che ostacolano l’utilizzo dei lavoratori italiani per la mancata proroga anche nel 2021 della possibilità di lavorare nelle campagne per i percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza. Si tratta di contratti a termine non superiori a 30 giorni – spiega Coldiretti – rinnovabili per ulteriori 30 giorni, nel limite di 2000 euro già autorizzati nel 2020, che se prorogati nel 2021 potrebbero rappresentare anche un’opportunità importante per i bilanci delle famiglie, per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Per il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani, “una difficoltà sempre più evidente quella delle limitazioni alla mobilità degli operatori e dei braccianti impegnati nella raccolta dei prodotti, uno degli effetti della pandemia che insieme al calo del volume d’affari in ragione delle restrizioni imposte alle attività Ho.Re.Ca. sta procurando danni enormi anche al settore agricolo ed agroalimentare”. E la questione si fa sempre più emergenza, man mano che il calendario delle raccolte incalza, dal Vulture all’Alta valle del Bradano, dalla Val d’Agri al Metapontino. E proprio quest’ultima area quella che desta più preoccupazioni come sottolineato dal presidente di Coldiretti Matera, Gianfranco Romano. “Fino al 2019 il comparto ortofrutticolo del Metapontino ha mobilitato in media circa 12 mila unità al giorno, tra coltivatori diretti, ditte individuali e braccianti agricoli, di cui oltre 5 mila provenienti dall’estero o dalle regioni limitrofe di Puglia e Calabria. Nel 2020, a causa del lockdown generalizzato, si è registrato un notevole rallentamento delle attività di raccolta ed un deciso calo delle giornate di lavoro, anche a causa della chiusura delle frontiere ai lavoratori stranieri – sottolinea Romano- che è stata solo parzialmente compensata dagli operai italiani provenienti dai paesi delle aree interne della Basilicata e dalle province pugliesi di Taranto, Lecce e Brindisi e da quella calabra di Cosenza, la cui mobilità è stata peraltro limitata a causa sia delle restrizioni imposte agli spostamenti tra territori limitrofi sia per l’applicazione di regole stringenti nell’impiego dei mezzi di trasporto, pubblici e privati, che si rendevano necessari per raggiungere le aziende del metapontino”. Per questo, a parere di Pessolani e Romano, “nonostante il perdurare degli effetti della crisi pandemica, è necessario essere pronti per garantire la raccolta e la distribuzione di cibo di qualità per le famiglie italiane ed europee, che rischia di mancare se non verranno assunti provvedimenti straordinari per assicurare la presenza di manodopera nelle campagne. Una esigenza che si è fatta emergenza nell’area del Metapontino con il calendario delle raccolte che in parte è già partita: fragole, ortaggi in serra e poi albicocche e pesche fino all’uva da tavola e da vino, con la scalarità delle diverse varietà, fino a tutto il mese di settembre. Per questo – concludono Pessolani e Romano – un piano straordinario dei trasporti per i braccianti agricoli impegnati nel metapontino ed il contestuale impiego di percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza può essere di grande aiuto all’intero comparto”.