Riportiamo di seguito il contenuto della lettera inviata dalla Fondazione Italiana Continenza alla Regione Basilicata per la richiesta di riattivazione della Rete regionale dei centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale.
Fondazione Italiana Continenza: “Riattivare subito la Rete regionale dei Centri a suo tempo costituita e mai fatta funzionare e ora prevista dall’Accordo Stato-Regioni”
L’effettiva attivazione della Rete dei Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale, già costituita con Delibera della Giunta Regionale della Basilicata n. 119 del 10 febbraio 2016, ovvero la sua costituzione ex novo in virtù dell’Accordo Stato/Regioni sul “Documento tecnico ministeriale di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale” firmato il 24 gennaio 2018, è stata chiesta dai vertici della Fondazione Italiana Continenza in una lettera inviata al Presidente della Giunta Regionale Bardi, all’Assessore alla Salute e Politiche sociali Leone e al Direttore Generale Dipartimento politiche della persona Esposito.
“In Basilicata – si legge nella lettera – sono stimate essere più di 70mila le persone affette da incontinenza urinaria e fecale; per meglio rispondere alle esigenze di questi pazienti, la Regione Basilicata, con Delibera della Giunta Regionale n. 1480 del 4 dicembre 2014, aveva istituito un Tavolo di lavoro congiunto Regione Basilicata/Fondazione Italiana Continenza – coordinato per la parte scientifica dal dottor Alfonso Chiacchio, attuale primario del reparto Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Giovanni di Lagonegro – le cui conclusioni avevano portato alla individuazione delle strutture sanitarie che sarebbero andate a formare la Rete regionale dei Centri di primo, secondo e terzo livello per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale”.
Il tutto è stato recepito e fatto proprio dalla Regione Basilicata con Delibera della Giunta Regionale n. 119 del 10 febbraio 2016 che dava il via, acquisendo il Documento conclusivo del Tavolo congiunto, alla costituzione della Rete dei Centri facendo sì che la Basilicata diventasse, dopo il Piemonte – riconosciuto capofila nazionale in tema di incontinenza – la seconda Regione italiana a dotarsi di quell’importante strumento rappresentato dalla Rete dei Centri ma “per il mutare dell’Amministrazione regionale e del disinteresse mostrato al tema incontinenza da parte dei nuovi vertici regionali, la Rete dei Centri non è mai stata resa operativa né essa è stata mai messa in condizione di funzionare, nonostante le sollecitazioni che la Fondazione Italiana Continenza ha ripetutamente rivolto agli Amministratori regionali”.
“Nel successivo 2015 è stato il Ministero della Salute ad affrontare il tema costituendo a sua volta un Tavolo di lavoro ministeriale nel quale hanno preso parte, oltre che esperti, clinici, cattedratici, anche rappresentanti dei pazienti e di quattro Regioni e tra queste proprio la Basilicata che indicava il dr. Chiacchio; dal Tavolo è scaturito l’Accordo Stato/Regioni che prevede proprio l’attivazione di una Rete regionale dei Centri per l’incontinenza”.
“Mai come in questo periodo di grave emergenza sanitaria – prosegue la lettera – è indispensabile che medici e pazienti abbiano a disposizione i più idonei strumenti per consentire di affrontare in modo adeguato gli effetti dell’incontinenza urinaria e fecale: appropriatezza prescrittiva, idonei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali, accesso ai più adeguati ausili attraverso il principio – già fatto proprio dalla stessa Regione Basilicata – della libera scelta”.
Da qui la richiesta rivolta ai vertici regionali: provvedere a ricostituire il Tavolo di lavoro regionale incontinenza recuperando il lavoro svolto a suo tempo, ovvero istituire un nuovo Tavolo di lavoro come prevede l’Accordo Stato/Regioni del 24 gennaio 2018 per la costituzione della Rete dei Centri.