In occasione della Giornata mondiale della Terra, la Cia-Agricoltori sottolinea che all’agricoltura, con gli agricoltori da sempre custodi della terra, si richiede lo sforzo maggiore in termini di riduzione degli sprechi e delle sostanze inquinanti. Un impegno che parte dallo stop al consumo di suolo (dovuto a costruzioni residenziali e produttive, a vie di comunicazione eccetera) che in Italia si attesta intorno ai 5.000 ettari. Il rapporto ISPRA 2019 evidenzia che in termini di incremento percentuale, i valori di consumo di suolo più elevati sono in Abruzzo (+0,51%), Basilicata (+0,47%) e Veneto (+0,41%).
Secondo il rapporto del sistema nazionale di protezione dell’ambiente il Suolo consumato in ettari a livello comunale (primi tre comuni per ogni regione) vede per la Basilicata il suolo consumato a Potenza e Matera in ettari pari a: Potenza 1884 ha mentre a Matera 1880 ettari. Altri comuni con maggiore incremento di suolo perduto per sempre sono Balvano e Corleto Perticara, in provincia di Potenza e che Salandra e Scanzano Jonico in provincia di Matera.
Il ruolo dell’agricoltura resta dunque, per la Cia, secondo le proposte contenute nel “Paese-Basilicata che vogliamo”, al centro del processo virtuoso, tanto più che adesso, attraverso la legge sul clima, l’Europa si impegna a condividere con tutti i settori, tabelle di marcia specifiche per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050, trovandosi anche a fare i conti, una volta per tutte, con l’esigenza delle aziende agricole di innovare per essere sostenibili.
Si parte dall’immediata messa in sicurezza dei territori più a rischio e da un’attenta programmazione per il futuro, che deve partire dalle aree interne. Urgenti, poi, reali politiche di governance del territorio: dallo sviluppo di verde urbano e bioedilizia alla valorizzazione del presidio degli agricoltori, lavorando per contrastare il consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo. Territorio, infrastrutture e innovazione sono i tre asset su cui investire risorse e costruire politiche di sviluppo, da subito, mettendo in rete governo, regioni, comuni ed enti locali, con le altre risorse socio-economiche dei territori e valorizzando il ruolo essenziale dell’agricoltura.
L’Europa -fa appello Cia- riconosca all’agricoltura, dunque, il valore e il ruolo che merita, attraverso un quadro coerente di norme, adeguate risorse e strumenti per investire in nuovi processi e nuove tecniche produttive, per essere meno impattanti sul clima, pur tutelando reddito e qualità. Si investa nel comparto agroforestale -aggiunge Cia-. Presenta grandi potenzialità, ma solo a fronte di presidio e gestione sostenibile, come con l’aumento di biomasse legnose, perché possa contribuire al meglio alla neutralità climatica.