Usb: “Stellantis si prepara a smantellare una linea e a ripristinare i 20 turni a Melfi, tutto come sempre sulla pelle degli operai”. Di seguito la nota integrale.
Nei prossimi giorni si terranno assemblee sindacali in cui si discuterà del futuro di Melfi.
Gli operai devono arrivare preparati a questo appuntamento, così da poter controbattere punto su punto alle argomentazioni che i sindacati porteranno in assemblea pur di far passare la loro linea e quella del padrone.
Alla Fca/Stellantis di Melfi, in base alle proiezioni di mercato, per l’anno 2021 è prevista una produzione massima di 250 mila vetture.
Ad oggi se ne producono 960 al giorno sulla linea “vecchia” ( jeep renegade + 500X ) e 440 al giorno sulla linea “nuova” ( jeep compass + ibride ), per un totale di 1400 vetture.
Se si lavorasse tutti i giorni dell’anno, alla fine si sarebbero realizzate 309 mila vetture, molte di più della richiesta di mercato.
Ecco perché ogni tanto si effettuano fermate collettive.
Come sempre a pagarne le conseguenze sono gli operai, tra le fermate collettive e quelle individuali resteranno a casa poco meno della metà delle giornate previste nell’anno lavorativo.
A questa situazione va aggiunta una prospettiva occupazione ancora più critica, visto che lo smantellamento di una delle due linee produttive è ormai un fatto quasi certo.
Partendo dalla consapevolezza di dover lavorare su una sola linea, i soliti sindacalisti filopadronali stanno già prospettando il ripristino dei venti turni settimanali quale valida alternativa ad ulteriori ore di cigo.
Si dica la verità agli operai!
I venti turni serviranno soltanto all’azienda per ottimizzare i propri guadagni, spostando su un unica linea la produzione, sapendo che questa è più che sufficiente per realizzare le 250 mila vetture previste.
Ottimizzerà i costi perché una sola linea consuma meno di due, si dimezza la manutenzione ordinaria e quella straordinaria, si ottimizzano i consumi e altre spese.
Non dovendo più gestire due linee produttive con le fermate individuali, risparmierà ulteriormente aumentando le fermare collettive e utilizzando i par degli operai sui soliti turni.
Per gli operai la situazione peggiorerà ulteriormente.
Peggiorerà la loro condizione di vita, sappiamo tutti i risvolti negativi che i venti turni comportano nel contesto familiare.
Nei giorni di lavoro si ritroveranno ancor più ammassati l’uno sull’altro su un’unica linea produttiva, considerato che gli spazi tra le postazioni già oggi sono estremamente ridotti,
che in questa fase emergenziale sarebbe un danno enorme far lavorare le persone ancor più vicine, che la massima saturazione ricadrà su carichi e ritmi di lavoro, già fin troppo massacranti.
Continueranno a fare gli stessi giorni di cassa integrazione, con la differenza chi quelli individuali saranno sostituti con maggiori fermate collettive, e che gli stop della domenica pomeriggio e di qualche altro turno saranno coperti con i loro Par.
Qualora nelle assemblee venisse prospettata la possibilità di ritornare ai venti turni come una soluzione per ridurre le attuali giornate di cigo, gli operai devono sapere che è una fesseria bella e buona e che al massimo qualche giorno verrà sì ridotto ma soltanto perché sostituto con i loro par.
Gli operai non devono permettere che i sindacati consolidino il ritrovato rapporto con Stellantis, come sempre, sulla loro pelle.