Senatore Lomuti (M5s) “bacchetta” il presidente Bardi e l’assessore regionale Rosa. Di seguito la nota integrale.
Da due anni e 20 giorni la commissione ecomafie aspetta che la basilicata invii otto documenti relativi alle garanzie finanziarie delle discariche lucane
Dallo scorso 4 aprile sono trascorsi due anni esatti da quando il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Ecomafie), Stefano Vignaroli, ha richiesto otto documenti alla Regione Basilicata, tutti in relazione alle garanzie finanziarie relative agli impianti di trattamento dei rifiuti presenti sul territorio lucano.
Otto domande che riguardano sia le discariche ancora operative che in gestione post operativa.
La Commissione Ecomafie è una delle più importanti commissioni parlamentari d’inchiesta e si occupa di aspetti particolarmente delicati, in relazione alla gestione dei rifiuti sia urbani che industriali, sia in termini di possibile inquinamento ambientale che in riferimento ai rischi di affari lucrosi e criminali che ruotano attorno alla gestione dei rifiuti. Peraltro, si segnala che il business illecito in materia di rifiuti nel 2019, in Italia, segnava un giro di affari di circa 16,6 miliardi di euro; in Basilicata intorno ai 150 milioni.
La richiesta – e i diversi solleciti – che ha avanzato il presidente Vignaroli, deputato M5S, sono stati tutti regolarmente inviati e non hanno avuto, ad oggi, alcuna risposta se non meramente interlocutoria. Che se ne siano accorti a Potenza, già dal 16 ottobre del 2019, è acclarato, in quanto, al presidente Vignaroli, arrivò una comunicazione dell’assessore regionale all’ambiente, Gianni Rosa, nella quale si addebitava il ritardo della comunicazione richiesta (allora di appena 6 mesi) al tardivo insediamento della nuova giunta, avvenuto il 15 ottobre del 2019.
Un po’ troppo entusiasticamente, l’assessore Rosa garantiva l’invio dei dati richiesti in tempi “relativamente” brevi, visto che a tutt’oggi, a distanza di due anni, la Basilicata è l’unica Regione italiana a non aver dato risposta alla Commissione Ecomafie. Battendo nel ritardo persino la Regione Lombardia di Fontana e Gallera. Che di questi tempi è tutto dire.
Sono otto documenti di non ardua reperibilità, quali l’ubicazione della discarica, il soggetto gestore, la durata del provvedimento autorizzativo primario, la dimensione dell’impianto, gli atti normativi che disciplinano le garanzie finanziarie per la gestione sia operativa che post operativa dei centri di gestione dei rifiuti.
Carte importanti per capire la gestione delle discariche in Basilicata, ma nulla di eccezionale dal punto di vista puramente burocratico per una Regione efficiente, dove tutto dovrebbe essere a portata di un semplice click sul computer. Almeno in teoria, visto che a tutt’oggi vige il silenzio assoluto da parte del presidente Bardi e di tutta la sua giunta regionale.