Istituzione del ruolo unico del personale della Regione Basilicata, Francesco Mollica, già Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata: “Non incoerenza bensì mancanza di dialogo”. Di seguito la nota integrale.
Il dibattito che si è scatenato sulla stampa rispetto all’istituzione del ruolo unico del personale della Regione Basilicata, mi impone una riflessione quale legislatore dell’epoca e già Presidente del Consiglio Regionale, che ha contribuito all’approvazione della L.R. n. 7 del 2013.
Senza scendere nel tecnico e pur non indugiandosu alcune affermazioni rivolte da qualche Consigliere regionale nei confronti degli amministratori del passato, in quanto ridicole oltre che strumentali, mi premeva sottolineare come quella che viene giudicata, oggi , come scelta poco meditata , all’epoca dei fatti – dove l’orientamento della legislazione nazionale volgeva alla riduzione e razionalizzazione degli apparati pubblici- appariva quale unica soluzione per poter ovviare ad una atavica carenza di personale dell’apparato regionale che, fa bene sottolineare, inglobava anche gli Enti sub-strumentali della Regione stessa.
L’unico modo, pertanto, per raggiungere l’obiettivo passava attraverso la permanenza di due criteri: capacità assunzionale in relazione a stringenti parametri prefissati dalla norma nazionale nonché la capacità economica; dunque, solo unendo le strutture e quindi i parametri numerici si poteva ambire alla risoluzione del problema.
Senza timore di smentita, posso affermare che fino all’ultima legislatura (con i Presidenti Lacorazza, Mollica, Santarsiero) tra Giunta e Consiglio regionale c’è sempre stata una leale collaborazione ed un rispetto dei ruoli, perciò il Consiglio non ha mai sofferto di crisi d’identitàin quanto ha sempre potuto muoversi con un’autonomia di fatto,s ia in relazione alla scelta del personale sia per stabilire , in termini di equa ripartizione percentuale, le Posizioni organizzative da attribuire ( POC e POS) al personale assegnato.
Se invece si sminuisce un provvedimento solo per denunciare la mancanza di rispetto e leale collaborazione tra Giunta e Consiglio, la questione si sposta, necessariamente, su un livello differente : non si tratta di incoerenza di norme (statutarie o legislative che siano ) ma di autorevolezza del Consiglio, di chi lo rappresenta , che nell’ambito della stessa coalizione non riesce a ricevere il rispetto dovuto per il ruolo ricoperto.
Se il cambiamento che i Lucani attenderebbero da tanto tempo (a cui si accenna nell’articolo) risulta essere questo, non oso immaginare oltre agli stracci cosa volerà tra poco tra Giunta e Consiglio Regionale. Mi ritorna in mente un motto di saggezza popolare che per evidenziare il proprio pentimento rispetto ad un cambiamento, soleva dire: si stava meglio quando si stava peggio!