E’ stato pubblicato il cd “Come si fa”, l’ultimo lavoro discografico del cantautore materano Pasquale Di Pede. Il cd, contiene canzoni di ieri e di oggi e rappresenta una risposta a questa universale prova di r-esistenza. L’arte, la musica nonostante le chiusure viene fuori; aiuta ad esplorare il bisogno di comunicare e capire chi siamo. Il cd contiene canzoni che si richiamano alla tradizione dei noti cantautori italiani tra cui De Gregori, Battiato e Rino Gaetano e brani in dialetto materano. In particolare una canzone è dedicata all’amico Antonio Montemurro, un impiegato dell’Asl particolarmente apprezzato per le sue doti umane e professionali che è scomparso qualche anno fa.
Di seguito la recensione che la dottoressa materana Alessandra Morea ha curato dopo i faticosi turni nelle corsie di ospedale in Toscana durante l’emergenza Covid.
Il cd è disponibile a Matera nelle seguenti attività commerciali:
libreria dell’arco in via beccherie,55
libreria The sassi book store via Lucana 184
libreria Di Giulio via Dante 61
Concessionaria Peugeot via dell’artigianato zona Paip
Di seguito la recensione di Alessandra Morea del disco “Come si fa?”
Come si fa? La recensione Alessandra Morea È vero, per i non addetti ai lavori (leggi: non materani, non conoscenti del cantautore concittadino), questo disco potrebbe risultare alquanto anomalo. Eppure l’ascoltatore dovrà ammettere di trovarsi davanti a un esperimento musicale e antropologico singolare e, pertanto, degno di attenzione. Chi è Pasquale Di Pede? Lo dice lui stesso: un Tipo da spiaggia, un sognatore di ambiente marino che vuole andare in montagna, che di sicuro nuota in mezzo alle nuvole e proprio no, non vuole svegliarsi. Quattro sono i punti di forza del CD, quanti gli elementi naturali: la commistione fra arcaico e moderno, la terra; l’ironia, l’aria; la profonda conoscenza della musica italiana dell’ultimo cinquantennio, l’acqua; l’estro paroliere, il fuoco. Cosa significa? Significa padronanza di dialetto e note, rime e storia, comicità e umorismo, volendo riprenderne l’antica distinzione pirandelliana. Mi spiego subito. Il disco inizia con una nobile citazione: Sally, di De André (il quale, a sua volta, aveva citato un’antica filastrocca britannica, My Mother said, I never should). A questa se ne avvicendano molte altre, più o meno dichiarate sia nelle parole che nelle vibrazioni: ecco che emergono le risonanze di Battiato (specie nel primo brano, Come si fa), di Vinicio Capossela (La festa del calzino), di Rino Gaetano (Ti taccio con un baccio), di Gino Paoli (esplicitamente in T vu rtré). Ma non si tratta solo di sfoggio di conoscenze: ci sono testi riuscitissimi che, dimostrando di sostenere interi brani quasi da soli, o meglio, con un leggero filo di arrangiamento musicale classicamente folk (Il terremoto, La famiglia), si reggono sulla forza dei vocaboli, messi in fila nell’ordine della poeticità. Una poeticità rigorosamente terrona e non rigorosamente contemporanea, grazie ad alcune figure retoriche di grande effetto e profondità, come nel verso: Uè momma mai a c sym fuglj, “o mamma mia di chi siamo figli”. E proprio come il linguaggio verbale si combina e si trova a spaziare dal materano all’italiano, dal terra terra al fine nonsense con grande nonchalance, così quello strumentale si apre in un enorme abbraccio che include suoni della tradizione (chitarra acustica, cimbali, fisarmonica) e suoni sintetici, orchestrati benissimo da Francesco Altieri (Lab Sonic studio) e Pierdomenico Niglio. Insomma, era il sogno della sua vita, il CD, e questo è già il suo secondo (il primo, lo ricordiamo, E se ne vanno i giorni che vengono, era uscito nel 2013). Un posto dove le parole e la musica possono perdersi e ritrovarsi in nuove forme. Il disco compatto che unisce in un’unica forma, peraltro simbolicamente perfetta, il cerchio, tutti gli appunti, le intuizioni, le riflessioni, il dolce e l’amaro della vita. Impresa non facile. Pasquale, Come si fa? Proprio così.