Trent’anni fa la visita di Papa Giovanni Paolo II. Un Pontefice a Matera dopo Urbano II, che giunse in città nell’ottobre del 1093, «Urbanus papa venit in Materam, et applicuit ad coenobium Sancti Eustachij cum grandi plebe hominum» (Lupo Protospata), e vi soggiornò sino all’aprile dell’anno successivo, ospitato nel grande monastero benedettino di Sant’Eustachio.
Il Papa polacco diventato Santo, canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014 (proprio nel giorno e nel mese in cui ricorreva la sua visita a Matera), sarebbe dovuto venire il 13 aprile ma il viaggio fu posticipato a causa di una copiosa nevicata.
La visita del Papa fu un evento storico e straordinario che Matera visse con profonda gioia ed emozione. Giunse a Matera in elicottero, atterrò sul “belvedere”, pioveva. Sullo scenario di Murgia Timone fu accolto dall’Arcivescovo Ennio Appignanesi, dal Sindaco Francesco Saverio Acito e da altre autorità.
Giovanni Paolo II attraversò Matera e visitò gli antichi rioni Sassi ed entrò nella chiesa rupestre dedicata alla Madonna delle Virtù.
Andò poi in Cattedrale dove di raccolse in preghiera ai piedi della statua della Madonna della Bruna e dopo si diresse in Piazza della Visitazione (ribattezzata così da quel giorno) per la celebrazione Eucaristica.
La Papamobile sostò un attimo innanzi al Convento di Santa Lucia e il Papa impartì la benedizione all’ultracentenario sacerdote don Vito Staffieri, accostatosi alla finestra della propria abitazione. Fra le altre cose, benedì la costruenda chiesa di San Giuseppe artigiano e si recò al Brancaccio per il pranzo e per il riposo. Ripartì da Matera per recarsi a Pisticci Scalo e a Potenza per completare il suo viaggio in Basilicata.
Di seguito un parte del discorso di Giovanni Paolo II alla cittadinanza di Matera
Sabato, 27 aprile 1991
Fratelli e sorelle,
sono lieto di essere nuovamente tra voi. A oltre dieci anni dal mio precedente passaggio in questa Regione in occasione del tremendo sisma che creò innumerevoli danni alle persone e alle strutture…Saluto voi, cittadini di Matera, che gremite questa piazza facendola risuonare del vostro entusiasmo, saluto le autorità civili e militari e tutti coloro che sono giunti dai dintorni. Saluto l’Arcivescovo della vostra Città, Monsignor Ennio Appignanesi e l’intera Comunità diocesana…Sono grato anche al Signor Sindaco per le sue calorose espressioni di omaggio a nome dell’intera cittadinanza. Ringrazio tutti voi, qui presenti, per l’affettuosità dell’accoglienza e abbraccio spiritualmente tutte le sei Diocesi della Lucania…La mia prima parola è di cristiana solidarietà, di speranza e di incoraggiamento a proseguire nel cammino di ricostruzione materiale, morale e civile, da voi intrapreso con ardore dopo il terribile evento…Voi, abitanti di Matera e della Provincia, siete temprati da un’esperienza secolare ad affrontare grandi e piccoli disagi, a non piegarvi davanti alle avversità e alle forze della natura. Siete una popolazione laboriosa, paziente, silenziosa, profondamente umana e cristiana. È ben giusto che io vi renda oggi questa pubblica testimonianza. Merita di essere conosciuto il vostro coraggio, nutrito di fede, di pazienza e di amore al sacrificio. La nostra epoca raramente sa apprezzare tali preziose virtù perché spesso sembra preferire l’apparenza alla realtà, l’avere all’essere. Simbolo della vostra secolare esperienza umana è quel complesso di centenarie abitazioni scavate nella roccia, conosciute nel mondo come i “Sassi”, divenute oggi una curiosità archeologica. Ma sotto lo stesso nome esse nascondono una storia di ristrettezze economiche e di enormi sacrifici individuali e collettivi. I vostri non lontani antenati erano poveri, ma onesti; privi dei tanti beni fuggevoli, che può offrire questa terra, ma ricchi di quegli altri beni che non tramontano mai. I “Sassi” richiamano alla mente le avventure di popolazioni scacciate dalla loro patria, per motivi religiosi o politici, e qui approdati trovandovi rifugio ed accoglienza. Ricordate il vostro passato. La vostra Regione un tempo era tutta una fioritura di colonie greche, con centri commerciali e scuole di cultura note in tutto il mondo. Sopraggiunse poi l’annuncio cristiano ed essa si trasformò in un’oasi spirituale con cenobi e numerosi asceti. Si formò, così, il sostrato per una nuova società cui molto attinsero i vostri antenati. Si tratta ora di proseguire su questa linea, di portare avanti questa tradizione di laboriosità, di moralità, di unità della famiglia, di semplicità ed autenticità di vita che ha permeato intere generazioni di vostri conterranei. Vi assistano in questa impresa i vostri Santi, Sant’Ilario abate, la Beata Eugenia, San Giovanni da Matera. Vegli su di voi la Beata Vergine della Visitazione, la cui festa fu istituita dal mio predecessore Urbano VI, già Arcivescovo della vostra Città.
Vi conforti la benedizione di Dio.
Anch’io con affetto vi benedico”.
Nino Vinciguerra
A causa dell’emergenza Covid in corso i Vescovi della Basilicata hanno deciso di far slittare al prossimo autunno le celebrazioni eucaristiche per il 30° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II in Basilicata.