Sono state aggiornate dal Ministero della Salute le linee guida nazionali per la presa in carico a domicilio dei pazienti Covid. Di seguito il commento su questo aggiornamento inviato da Erasmo Bitetti, Presidente Simg Matera.
Facendo seguito all’ordine del giorno unitario dell’Aula di Palazzo Madama dello scorso 8 aprile, il Ministero della Salute ha diffuso la Circolare sulla “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-Cov2” aggiornata al 26 aprile 2021 che, tenendo conto di tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo, intende fornire indicazioni operative per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19, considerando tanto la situazione epidemiologica attuale quanto le conoscenze scientifiche fin qui emerse.
Nel citato Ordine del giorno si invitava inoltre il Governo
– ad istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale con la partecipazione delle professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale;
– a potenziare la fornitura di dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti.
Quanto alla gestione farmacologica dei pazienti Covid (non si parla in senso stretto di “terapia farmacologica”) il Documento ripropone le indicazioni generali del novembre scorso, ivi compresa la discussa associazione di “vigile attesa e trattamenti sintomatici”, rinviando ai pronunciamenti dell’AIFA circa il possibile utilizzo di farmaci nei diversi contesti clinici della malattia. Nella Circolare prevalgono più gli inviti alla prudenza che non il suggerimento di trattamenti “innovativi”: non v’è traccia di proposte terapeutiche che non siano sostenute da chiare evidenze scientifiche, in linea con quanto la SIMG ha da sempre sostenuto.
E’ interessante quanto riportato a pagina 12 : Si segnala che non esistono, a oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato. Questa presa di posizione appare una risposta indiretta ad una neocostituita associazione di medici e pediatri che con una campagna promozionale sui media ha proposto un “trattamento farmacologico” per le fasi precoci dell’infezione da Covid che sarebbe in grado di evitare il rischio della malattia grave e della ospedalizzazione. A tal riguardo va considerato che meno dell’ 1% sul totale degli infetti necessita di ricovero ospedaliero e di questi solo un decimo richiede un trattamento in terapia intensiva.
gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Covid