Margherita Perretti (Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità): “Le donne per un nuovo paradigma del lavoro”. Di seguito la nota integrale.
L’epoca in cui viviamo ha cambiato profondamente il concetto di “lavoro”, e l’emergenza pandemica ha accelerato ulteriormente questo fenomeno. Il lavoro non è più un luogo fisico in cui andare, ma un obiettivo da perseguire, un risultato che donne e uomini si prefiggono di raggiungere con il necessario bagaglio di conoscenze. Ciò comporta, innanzitutto, la capacità di gestire in autonomia e responsabilità il contesto sociale e lavorativo, i suoi vincoli e le sue risorse.
Questo nuovo modo di concepire il lavoro rappresenta un cambio di paradigma straordinario: con un mercato del lavoro in continua evoluzione è cruciale spostare il focus dalla tutela del posto di lavoro alla tutela delle competenze della persona che lavora e che si forma per lavorare.Occorre anche trovare un nuovo punto di equilibrio tra politiche attive e passive del lavoro.
Il concetto di capitale umano competente, oggetto di formazione adeguata e continua, al centro del mercato del lavoro, deve ricomprendere anche le donne, e non solo per motivi di equità sociale, ma anche perché il mancato utilizzo della componente femminile crea una perdita in termini economici stimata intorno al 6/7 % del PIL.La formazione rappresenta un nodo fondamentale affinché la forza lavoro sia in grado di rispondere alle esigenze del mercato, incrementando il lavoro femminile sia sotto il profilo qualitativo, che quantitativo
E’ fin troppo noto che il mercato del lavoro italiano si è finora dimostrato particolarmente ostile alla partecipazione femminile. Secondo i dati Eurostat nel 2019 solo una donna su due tra i 20 e i 64 anni era occupata, il dato peggiore in Europa uguagliato solo dalla Grecia. Decisamente lontano dall’oltre 75% dei Paesi Scandinavi, di Olanda, Germania, Regno Unito. A questo scenario di partenza già molto critico si sommano ora gli effetti della pandemia.La crisi seguita all’emergenza Covid si è scaricata quasi interamente sulle fasce più fragili dei lavoratori, insieme ai giovani soprattutto le donne, con situazioni lavorative caratterizzate da precariato e basse retribuzioni, soprattutto nel Mezzogiorno.
Ancora una volta occorre ribadire che il lavoro delle donne non è un problema di un solo genere, ma è una questione sociale che investe tutto il Paese ed accresce il divario tra Nord e Sud.Le donne rappresentano una parte importante del capitale umano della nostra regione, la loro valorizzazione e crescita occupazionale diventa decisiva per lo sviluppo socioeconomico della Basilicata. Infatti, l’occupazione femminile genera ricchezza, riduce sensibilmente il rischio povertà ed è direttamente proporzionale all’incremento della natalità, particolarmente importante in una regione con una popolazione molto anziana ed un preoccupante fenomeno di spopolamento.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha stanziato una dote consistente sul Capitolo lavoro; un’elevata percentuale delle risorse dei fondi strutturali verrà impiegata nella Green Economy e nel Digitale, perché la sostenibilità ambientale e la transizione energetica sono delle priorità, e le potenzialità ed i vantaggi della digitalizzazione sono stati ulteriormente evidenziati dall’emergenza sanitaria. Si tratta, però, di settori ad altissima prevalenza di occupazione maschile e, per non rischiare di incrementare il gender gap occupazionale, diventa fondamentale attivare per le donne percorsi di formazione e riqualificazione in competenze STEM, digitali,ICT, energia e ambiente.
Partiamo dalle competenze e dalle attitudini delle donne per affermare un nuovo paradigma del lavoro e nuovi modelli organizzativi basati su empatia e motivazione, capacità tipiche della leadership al femminile.