Cgil e Slc Cgil Basilicata: “Cultura vuol dire lavoro, solidarietà ai lavoratori lucani dello spettacolo. La giunta regionale agisca immediatamente convocando un tavolo con gli operatori del settore”. Di seguito la nota integrale.
La CGIL e la SLC CGIL di Basilicata esprimono massima solidarietà e sostegno alle istanze sollevate a più riprese dagli operatori del settore spettacolo, che lamentano la scarsa attenzione della Giunta Regionale sui temi dell’industria creativa e culturale. La scelta di non avere uno specifico Assessorato alla Cultura, essendo la relativa delega in capo al Presidente, non può in alcun modo significare una minore attenzione nei confronti di un settore tanto importante; è fondamentale, ora più che mai, dedicare la giusta attenzione al fine, anche, di capitalizzare la grandissima esposizione di Matera e della Basilicata seguita all’anno di Capitale europea della Cultura.
Cultura vuol dire lavoro. Non è pensabile che una regione come la Basilicata possa immaginare di fare a meno di una ulteriore leva di sviluppo che fornirebbe posti di lavoro diretti e indiretti; vi è la necessità di attivare immediatamente gli strumenti previsti dalla normativa e di investire adeguatamente nel settore della produzione culturale e dello spettacolo, affinché lo si consideri come uno dei settori a forte valenza simbolica nonché strumento di modernizzazione. Gli operatori dello spettacolo sono stati una delle categorie più colpite durante il lockdown e ancora oggi pagano un’assenza intollerabile di risposte e sostegni adeguati.
Nel periodo dell’emergenza pandemica, tra le numerose misure di sostegno regionali messe in campo per le imprese, non una specifica è stata destinata allo Spettacolo, settore che potrebbe risultare decisivo per lo sviluppo ed il futuro della regione, considerati gli importanti risultati generati dal 2019. Anche la misura ipotizzata per il “ristoro” delle attività e delle professioni maggiormente danneggiate dall’evolversi della pandemia, nell’elenco delle attività ammissibili non copre il settore in maniera completa, come auspicabile, escludendone invece una larghissima fetta.
Si aggiunga, inoltre, che ad oggi non risulta attuato neanche il Piano Spettacolo, seppur previsto annualmente da una specifica legge regionale (LR 37/2014). Già nel 2019, anno di maggiore esposizione della nostra regione a livello mediatico e turistico, tale Piano non ha visto nessuna attuazione, senza alcuna plausibile giustificazione. Il Piano in questione, infatti, è stato pubblicato a Marzo 2020, per le attività del 2019, con una dotazione finanziaria di 2.5 milioni di euro. Ribadiamo: a marzo 2020 per le attività del 2019.
Come se non bastasse, la dotazione fissata dall’ Avviso Pubblico a valere sul Piano Spettacolo 2019, a bando aperto, è stata decurtata di 1.5 milioni e, pertanto, non è stata in grado di soddisfare il fabbisogno degli operatori espresso in sede di candidatura dei progetti. C’è da evidenziare che alcuni di questi progetti erano già stati ampiamente realizzati nel 2019 con ingente anticipo di risorse, prevedendo magari una piccola coda di attività nel 2020 come consentito dai criteri stabiliti dalla legge regionale.
Ad oggi non risulta ancora pubblicato il Piano Regionale Spettacolo del 2020, con evidente inadempienza rispetto a quanto previsto dalla legge regionale in materia.
Sembra quasi che vi sia un deliberato intento di mettere in ginocchio gli operatori dello spettacolo attivi sul territorio; con quali finalità? a chi giova? Fin troppo semplice immaginare che il danno si ripercuote sul già provato tessuto economico e sociale di tutta la regione. Chiediamo pertanto al presidente Bardi di intervenire convocando immediatamente un tavolo di settore specifico con gli operatori interessati, al fine di discutere le problematiche esposte e individuare possibili soluzioni che devono essere attivate con la massima urgenza, in modo da poter pianificare le attività in vista della ripartenza e a tutela delle nostre imprese culturali sullo scenario nazionale ed europeo.