Pasquale Stano: “Che fine ha fatto il pane di Matera igp?”. Di seguito la nota integrale.
La Puglia candida il pane di Altamura a bene immateriale Unesco, non importa se la candidatura diverrà tutela o se resterà tale, ma con ciò, ci si è definitivamente appropriati di un tipo di panificazione nato nella città di Matera come i documenti storici affermano. Che il connubio tra le due realtà e l’ausilio di altri paesi vicinori abbiano portato alla panificazione odierna, una sorta di commistione di panificazione pugliese e pane alto alla materana, diretta espressione della vita nei Sassi, abbia reso tale panificazione un modus operandi di ”area”, non cancella le profonde radici materane di tale prodotto. Io a distanza di anni continuo a chiedermi il consorzio del pane di Matera cosa faccia oltre alla tardiva iscrizione igp. Il pane di Matera è della città di Matera e di parte della sua provincia, non è il bene di quattro panificatori associati. Contenti loro, della piccola loro produzione, finisce tutto lì. Il pane può essere e deve essere un’industria ad ampio raggio per la città di Matera, lavoro lavoro lavoro. Non apriranno mai nuovi forni per la vendita al difuori della città, come giustamente accade ad Altamura se si continua a considera il pane della nostra comunità come un bene personale di quattro panifici. Da che il turismo a Matera si è molto sviluppato non ho mai visto la pubblictà del nostro pane in città, neanche nel 2019, non siete stati in grado di pubblicizzare il nostro prodotto neanche nella nostra stessa città negli anni di maggior afflusso turistico, di contro ho visto pacchetti di operatori turistici altamurani che proponevano viaggi a Matera e degustazione del pane di Atamura pubblicizzati a Matera! Il presidente del consorzio, così gentile e carino, non è adatto a far sviluppare un settore che con un prodotto specifico ed unico del territorio può essere una miniera d’oro, come già lo è per la vicina Altamura. Serve un manager, un vero manager, il sindaco Bennardi nelle sue campagne elettorali, parlava del pane di Matera, mi chiedo, ad oggi ne ha solo parlato? Mi chiedo, ma il pane di Matera ci appartiene veramente? Lo abbiamo mai realmente sentito nostro? Sembra oramai essere completamente avulso dalla nostra comunità, mi sembra che siamo noi ad essserci appropriati del prodotto di un’altra cultura e di essere di conseguenza timidi nel mostrarlo. Nei supermercati con il pane di Matera c’è il pane di Altamura, ma a Matera, perchè questo non accade di certo ad Altamura! Ci stiamo facendo letteralmente rubare qualcosa intimamente nostra, che darà sempre più lavoro ad altri, ma non a noi, noi che non tuteliamo ciò che i nostri avi hanno creato, sveglia!