Lo stato di conservazione dei resti della Balena Giuliana e le iniziative per il restauro e la fruizione. E’ il tema della conferenza stampa convocata questa mattina nella sala Mandela del Comune di Matera, che ha coinvolto il sindaco, Domenico Bennardi, l’assessore alla Cultura, Tiziana D’Oppido, il Soprintendente archeologico della Basilicata, Francesco Canestrini, la direttrice del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro, il paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Giovanni Bianucci, e il direttore della sede di Matera dell’Istituto centrale per il restauro, Giorgio Sobrà.
Il 27 dicembre 2000 sulla sponda orografica sinistra dell’invaso artificiale di San Giuliano, costruito negli anni cinquanta con uno sbarramento sul fiume Bradano, a pochi chilometri da Matera è stato rinvenuto dal signor Gianfranco Lionetti lo scheletro fossile di una grande balenottera risalente a 1 milione e mezzo di anni fa, recuperato e conservato oggi all’interno di alcune casse di legno nel Museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera, aperte il 29 marzo scorso. Fu ribattezzata la balena Giuliana.
Tra i primi ad occuparsi di questa importante scheletro fossile è stato il giornalista scientifico Renato Sartini, che ha invocato nel corso di questi anni l’apertura di queste casse per studiarli, restaurarli e fare in modo che tutti possano vederli. A distanza di 20 anni la nuova Amministrazione Comunale di Matera, guidata dal sindaco Bennardi, prova a passare dalle buone intenzioni ai fatti concreti. E per far si che questo accada nella giornata di giovedì 17 dicembre è stato promosso un incontro online che ha coinvolto il primo cittadino Domenico Bennardi e rappresentanti di Soprintendenza, Università di Pisa, Museo Ridola e il divulgatore scientifico Renato Sartini.
Questa mattina il sindaco Bennardi ha promosso una conferenza stampa al Comune di Matera per fare il punto sullo stato di conservazione dei resti della balena Giuliana e presentare le iniziative per il restauro e la fruizione con i rappresentanti istituzionali e i professionisti coinvolti in prima linea in questa sfida che punta ad offrire un nuovo attrattore turistico ai visitatori che sceglieranno la città dei Sassi.
il paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Giovanni Bianucci, ha fatto il punto sullo stato di conservazione dei resti della Balena Giuliana: “L’apertura delle casse ci ha permesso di scoprire che abbiamo a disposizione quello che è rimasto della balena quando è stata ritrovata: gran parte del cranio, un arto, la scapola, il radio e l’ulna, alcune falangi, gran parte della colonna vertebrale, circa 4 metri, con corpi vertebrali imponenti, in parte erosi perchè si trovavano in prossimità della riva del lago e diverse costole, alcune lunghe fino a 3 metri. Abbiamo anche la culla timpanica, la parte dell’osso dell’orecchio, un elemento importante perchè ci permette di riconoscere il tipo di balena ritrovata, insieme ad alcuni caratteri del cranio. Siamo di fronte ad una balenottera, che ha elementi di forte affinità con la balenottera azzurra attuale, nome scientifico balenottera musculus. La lunghezza, secondo una stima al ribasso, è di 26 metri e il fossile risale a 1 milione e mezzo di anni fa. Poi abbiamo ritrovati nei pressi del fossile una serie di molluschi, resti di vegetali, lische di pesci che sono importanti per capire cosa è successo a questa carcassa quando è caduta sul fondo marino e le sue ultime fasi prima di essere completamente interrata”.
La direttrice del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro: “Avvieremo nei prossimi giorni la progettazione del restauro appena Bianucci ci consegnerà la relazione per arrivare a stimare l’importo necessario per avviare i lavori. E laddove il Museo non ha somme destinate a questo recupero, a Roma ho già investito le professionalità competenti per sapere quanto sia possibile avere per un finanziamento mirato che possa coprire sia il restauro che la valorizzazione. Immagino un restauro che sia visibile alla comunità e ai visitatori, un restauro informativo e comunicativo, anche immersivo, con questo fossile che galleggia nell’acqua, una proposta che ritengo importante perchè ci fa conoscere la storia di questo fossile e interessante per capire anche quanto lavoro c’è dietro un restauro”.
I tempi per concludere il restauro? “Io spero che si possa concludere entro il mio mandato, che scade tra 3 e anni e mezzo”.
Il sindaco Bennardi: “Dobbiamo candidare la Balena Giuliana e l’area in cui è stata trovata a patrimonio mondiale Uneso. Abbiamo tra le mani il fossile più grande scoperto al mondo, più grande del più grande dinosauro mai scoperto”
Michele Capolupo
Il sindaco Bennardi: “Lo stato di conservazione consente di offrire al mondo il racconto della vita”
“La balena Giuliana sarà riportata in vita e Matera potrà offrire al mondo intero un altro racconto della storia, straordinario e indimenticabile”. Il sindaco, Domenico Bennardi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella Sala Mandela del municipio, ha illustrato lo stato di conservazione dei resti e le iniziative per il restauro e la fruizione del gigantesco mammifero vissuto nel pleistocene e ritrovato nel 2006.
Presenti alla conferenza stampa anche il Soprintendente archeologico della Basilicata, Francesco Canestrini, la direttrice del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro, il paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Giovanni Bianucci, il direttore della sede di Matera dell’Istituto centrale per il restauro, Giorgio Sobrà, e l’assessore alla Cultura, Tiziana D’Oppido.
Il nome “Giuliana” è stato attribuito in virtù del luogo in cui fu scoperta: il lago artificiale di San Giuliano, a pochi chilometri da Matera; dopo essere stata estratta e custodita per anni in casse che sono state aperte a partire dal 29 marzo scorso, la balena oggi può finalmente essere descritta e si può pensare alla fruizione sin dalle fasi del restauro.
“Lo stato di conservazione dei resti della balena, vissuta milioni di anni fa, ci consente di pensare a come far rinascere Giuliana e veder ricomparire uno dei più iconici cetacei che mai abbiano popolato il nostro pianeta – ha detto il sindaco Bennardi -; significa mostrare il racconto della vita. L’idea è quella di allestire un percorso presso il museo Ridola che sia visibile anche ai cittadini, alcune parti della balena sarà possibile, in qualche modo, riportarle in vita”.
Si stima che la balena Giuliana fosse lunga 26 metri e pesasse circa 150 tonnellate. Tra i resti rinvenuti, risultano in buono stato di conservazione le vertebre toraciche e le enormi costole; parti del cranio, la mandibola e la mascella; la pinna pettorale costituita da scapola, omero, radio, ulna e diverse falangi; di grande interesse è la bulla timpanica, una parte dell’orecchio interno che serve ad amplificare i suoni.
Per procedere al restauro occorrerà attendere la relazione sullo stato della conservazione: da qui, si potranno trarre anche le indicazioni relative ai tempi e ai costi necessari al completamento del restauro.
La fase successiva sarà quella della fruizione, che potrà trovare il supporto dei laboratori della Casa delle tecnologie, dove potranno essere ricreate le parti mancanti di Giuliana.
Per l’assessore alla Cultura, Tiziana D’Oppido, “l’auspicio è quello di poter svelare al pubblico anche le fasi più delicate e spettacolari del restauro, coinvolgere le scuole anche per divulgare le tecniche di estrazione dei fossili prima che possano prendere nuovamente forma. Quello del restauro sarà un percorso lungo – ha aggiunto D’Oppido – che potrà essere utilizzato per creare momenti formativi e divulgativi”.
La fotogallery della conferenza stampa e delle casse con la balena Giuliana (foto w ww.SassiLive.it)