ConfGuide-Confcommercio Matera e GTA Basilicata hanno inviato una lettera a delegazione Fai di Matera, Comune di Matera, Provincia di Matera, Regione Basilicata, Arcidiocesi di Matera-Irsina, Confindustria Basilicata, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Matera, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Matera, Museo Nazionale di Matera Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici – DiCEM – Università degli Studi della Basilicata per contestare il modello di valorizzazione e tutela del patrimonio culturale attuato dalla delegazione FAI di Matera sul territorio materano, un sistema che affida a volontari il compito di organizzare itinerari turistici e visite guidate invece che a professionisti del settore turistico, come accadrà anche in occasione delle prossime giornate Fai di Primavera in programma il 15 e 16 maggio 2021.
Di seguito la nota integrale.
Spett.li Enti e Istituzioni,
apprendiamo con turbamento dell’iniziativa organizzata, col vostro supporto, dal FAI Fondo Ambiente Italiano nell’ambito delle “Giornate FAI di Primavera” (15-16 maggio 2021) dal titolo “Una passeggiata nella storia di Matera”, nel corso della quale si organizzano visite guidate condotte da studenti del Corso di Studi di Architettura e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici nei Sassi e nel centro storico di Matera. Ci preme segnalare che lo svolgimento di visite guidate, specie se dietro un contributo economico, che sia volontario o “minimo e suggerito”, come furbescamente indicato dal FAI, è possibile solo e unicamente da chi è in possesso di un’abilitazione alla professione di Guida Turistica, professione regolamentata e normata da leggi dello stato e regionali molto precise. Non basta dunque leggere qualche testo (né possedere una laurea o un dottorato) per condurre visite guidate.
Al di là degli aspetti legali, inoltre, troviamo che affidare a volontari il compito di organizzare un itinerario turistico e di gestire l’accoglienza dei visitatori e il servizio di visita guidata mortifichi le guide turistiche abilitate che, dopo aver faticosamente acquisito le competenze e conseguito i titoli di studio, nonché quelli abilitanti alla professione, hanno aperto una partita Iva facendo di tali competenze un lavoro su cui investire il proprio futuro. Non si vuole qui puntare il dito contro i volontari, ma ricordare che l’organizzazione e la gestione di un servizio guida richiedono competenze professionali che necessitano di un vero contratto di lavoro e soprattutto di una adeguata retribuzione. Invece si contribuisce, in questo modo, a trasmettere il pessimo messaggio che quella della guida turistica non sia una professione, ma un hobby per il quale bastano passione e buona volontà.
Questa visione stereotipata, tra l’altro, confluisce in un modello di valorizzazione e tutela del patrimonio culturale che svilisce un po’ tutte le professioni culturali, in primis quella di archeologo, che troppo spesso sono ritenute superflue e sostituibili con attività di volontariato. Anche gli architetti, inoltre, specie i più giovani, si ritrovano a combattere mentalità e atteggiamenti che sminuiscono la professionalità acquisita, tanto dal punto di vista economico quanto delle competenze. Ci si aspetterebbe, dunque, che gli enti e le istituzioni che formano e tutelano archeologi e architetti fossero solidali con le guide turistiche e operassero per stigmatizzare tali comportamenti, anziché avvallarli o addirittura, come in questo caso, rendersene partecipi.
Il tempismo, inoltre, non potrebbe essere peggiore. A causa della pandemia globale, il settore turistico è in ginocchio da un anno e mezzo, e lo sarà per ancora chissà quanto. Le timide aperture delle prossime settimane rappresentano, per molti operatori, la speranza di guadagnare qualcosa per pagare le tasse e le spese quotidiane. E invece si ritrovano soggetti alla sleale e abusiva concorrenza delle associazioni di volontariato, che mostrano una disarmante mancanza di sensibilità.
Tutto questo non è più tollerabile. Chiediamo a tutti voi di ritirare formalmente l’adesione a questa iniziativa. Ci riserviamo, inoltre, di segnalare l’attività abusiva alle autorità preposte al controllo.
ConfGuide-Confcommercio Matera e GTA Basilicata
Non è questo il modello di valorizzazione e di tutela di cui il nostro patrimonio culturale ha bisogno. I beni culturali aperti occasionalmente dal Fai rimangono chiusi e abbandonati tutto l’anno non appena la festa finisce. Affidare a semplici volontari il compito di organizzare itinerari turistici, di gestire l’accoglienza dei turisti visitatori e del servizio di visita guidata, non avendo un adeguato percorso formativo e non essendo professionisti del settore turistico, mortifica in primo luogo le guide turistiche abilitate e quanti pur avendo competenze specifiche non trovando lavoro nel settore dei beni culturali e si vedono costretti a rimanere a casa senza lavoro oppure a fare un pò volontariato per arricchire il curriculum. Noi non vogliamo puntare il dito contro i volontari, giovani o meno giovani che siano, sempre animati da buona volontà, ma ricordare al Fai, alle Istituzioni, ai mass media e tutti coloro che sostengono le loro iniziative, che la gestione di un sito di interesse turistico e di un servizio guida richiede competenze professionali specifiche che necessitano di un vero contratto di lavoro e di una adeguata retribuzione soprattutto quando il servizio offerto avviene dietro il pagamento di un contributo economico obbligatorio. Il turista consumatore a cui si rivolge il Fai ha il diritto di essere guidato da una guida turistica professionale.