Si è ridotto a poco più di 2 ore il margine di incertezza sull’orario stimato per il rientro del secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B. Secondo i calcoli dell’organizzazione europea per la sorveglianza spaziale Eusst (EU Space Surveillance and Tracking) l’orario indicativo per il rientro nell’atmosfera sono le 4,32 italiane, con una finestra temporale di circa 4 ore che va dalle 2,32 circa alle 6,45 circa.
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Si è ridotta – indica la Protezione civile – la finestra di incertezza relativa al rientro incontrollato in atmosfera. Al momento, le tre traiettorie che potrebbero interessare alcuni settori di nove regioni centro-meridionali italiane si collocano come detto tra le 2,32 circa alle 6,45 circa del mattino. «Resta remota», spiega il Dipartimento, la probabilità che uno o più frammenti possano cadere sul nostro territorio. Tuttavia il tavolo tecnico continuerà a seguire l’evolversi della situazione attraverso i dati disponibili fino all’avvenuto impatto al suolo.
Il Dipartimento della Protezione civile chiarisce – sui propri profili Facebook e Twitter – che cosa significa “non si può escludere la remota possibilità di un interessamento del nostro territorio”. Ovvero, “ipotizzando 1.000 oggetti spaziali con le stesse caratteristiche in rientro incontrollato nello stesso momento, in tutto il mondo non sarebbero più di 3 le persone coinvolte”.
Sulla scorta delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica la Protezione civile fornisce alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione all’ipotesi remota che alcuni frammenti possano raggiungere la terra. E’ poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti, sottolinea la Protezione civile che consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate. “I frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici. All’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti”. “È poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto”, spiega ancora la Protezione civile che consiglia, “in linea generale, a chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti”.
Il 29 aprile migliaia di spettatori hanno guardato il cielo sopra l’isola cinese di Hainan mentre il razzo Lunga Marcia 5B decollava per portare in orbita il primo elemento della stazione spaziale Tiangong (Palazzo celeste). Scintille e sventolio festoso di bandiere rosse.
Tra questa notte e domenica mattina, molti abitanti della Terra, italiani inclusi, scruteranno il cielo temendo che un detrito del secondo stadio del vettore cada sulle loro teste. Un pericolo che gli esperti ritengono statisticamente remoto. Il segmento più voluminoso del Changzheng 5B (come si chiama in cinese il “Lunga Marcia”) rientrerà nell’atmosfera terrestre ad altissima velocità, dopo aver compiuto con successo la missione. Il problema è che si tratta di un “rientro incontrollato”. Il Pentagono ha aggiunto un tocco di drammaticità: “La traiettoria è seguita dallo US Space Command, abbiamo la capacità di fare molte cose, ma non c’è un piano per abbatterlo”.
Rientro incontrollato significa che i tecnici cinesi non possono dirigere il residuato spaziale verso una zona particolare. Lo stadio del razzo, alto 30 metri, diametro di 5 metri, al lancio pesava 18 tonnellate, quel che ne resta si disintegrerà al momento dell’impatto con l’atmosfera e la gran parte brucerà; ma c’è sempre la possibilità che qualche frammento di metallo studiato per resistere alle altissime temperature sopravviva.
L’anno scorso, quando un altro Lunga Marcia esaurì la sua missione, dopo sei giorni in Costa d’Avorio furono recuperati rottami. Questa volta l’area della possibile “pioggia” di detriti è stata indicata dagli analisti di Aerospace Corporation tra la latitudine di 41,5 gradi Nord e 41,5 gradi Sud. Include anche l’Italia meridionale. Impossibile prevedere il punto dell’impatto potenziale, mentre il detrito spaziale viaggia a 18.000 miglia all’ora.
Anche il momento cruciale è incerto: dopo l’una del mattino di domenica, ora europea, con un’approssimazione di 9 ore. La Protezione civile italiana ritiene che il rischio per il nostro territorio a Sud di Napoli sia «molto basso, ma non escludibile» e le riunioni del Comitato esecutivo si susseguono per circoscrivere l’area di eventuale emergenza. La Cina corre all’esplorazione dell’universo, dalla Luna a Marte, ma è recidiva nel mancato controllo dei detriti spaziali. “Penso che siano negligenti e irresponsabili”, dice Jonathan McDowell, astrofisico di Harvard. Lo scienziato spiega che di solito i razzi riaccendono i motori dopo aver rilasciato in orbita i loro carichi e così possono essere guidati in una ricaduta sicura: verso deserti o oceani. Pechino ribatte che «l’Occidente cerca ogni pretesto per diffamare la Cina» e ricorda che a marzo detriti dello SpaceX Falcon 9 Usa sono finiti nello Stato di Washington. Il Changzheng 5B ha portato in orbita Tianhe (“Armonia celeste”): il primo dei tre moduli della Stazione spaziale cinese Tiangong. L’operazione di assemblaggio richiede altri 10 lanci entro il 2022. Dovremo scrutare il cielo con apprensione per altre 10 volte, in attesa che il Palazzo celeste cinese sia completato. Il 29 aprile Xi Jinping ha mandato questo messaggio agli scienziati spaziali cinesi: «Auspico che portiate vigorosamente avanti lo “Spirito delle Due Bombe e Un Satellite”, contribuendo alla costruzione di un Paese socialista moderno!”. Lo “Spirito della Due Bombe e Un Satellite” è il nome dato al progetto nucleare, missilistico e spaziale cinese da Mao negli Anni 50. L’espressione rilanciata da Xi è un segno della nuova sfida Cina-Stati Uniti. Anche sulle nostre teste.