Per la rubrica ”La storia siamo noi” lo storico materano Nino Vinciguerra rispolvera fatti e curiosità della Drogheria Latorre di Matera.
Pasquale Latorre, cresciuto con i fratelli Carlo e Gina nella casa paterna in Recinto Cavone 9 (donata dagli eredi al FAI, denominata Casa Noha), nel 1915 rilevò la drogheria di Giovanni Vezzoso. Sposatosi con Chiara Montemurro (Chiarina uastacrjsc), la coppia ebbe 6 figli (Giovanni, Carlo, Francesco, Consiglia, Gilda e Maria), i Latorre abitarono nel palazzo fatto costruire in stile liberty, in via Don Minzoni n. 10. Francesco, chiamato Franceschino, nato il 4 luglio 1925, dopo aver frequentato la Scuola di Avviamento al Lavoro (in via Lucana, poi Alessandro Volta), come i suoi fratelli, si dedicò all’attività di famiglia. Man mano l’attività cresceva e il negozio diventava un grande bazar in cui si vendevano benzina, pneumatici, dolciario, ecc. Era un’attività in divenire che a Matera divenne un punto di riferimento soprattutto per la vendita al dettaglio di caffè. Nel 1959 fu effettuata la prima ristrutturazione del negozio mentre Franceschino (che aveva rilevato l’attività paterna) nel 1960 sposò la ventiseienne Franca Colangelo, originaria di Stigliano (la coppia ebbe 2 figli, Pasquale e Chiara). La Drogheria Latorre, ormai affermatissimo riferimento per i materani, subì una ulteriore ristrutturazione quando, nel 1970, fu ampliata a seguito dell’acquisizione del locale affianco dopo la chiusura dell’attività del sarto Scalcione. Purtroppo, il buon Franceschino Latorre, dopo tanti sacrifici, colto da infarto, morì il 25 febbraio 1976. La drogheria ha continuato a vivere e a far rivivere quanti l’hanno attraversata in oltre 100 anni di storia, dai Vezzoso ai Latorre ai tanti avventori che hanno acquistato di tutto. Come dimenticare il caffè, macinato e imbustato “in diretta”, il profumo che emanava. Oggi, dopo l’ultima ristrutturazione del 1992, la Drogheria Latorre è uno dei negozi più “dolci” di Matera e le ricche vetrine richiamano quel vecchio e nostalgico tempo in cui ci si spiaccicava il naso sopra il vetro; si appannava e si volava con la fantasia e i sogni.
Nino Vinciguerra
(Informazioni tratte dall’incontro con Pasquale Latorre)