Giornata della memoria per le vittime del terrorismo, il S.A.P.Pe. ricorda i caduti lucani della Polizia Penitenziaria. Di seguito la nota inviata da Saverio Brienza, segretario regionale della Basilicata del S.A.P.Pe. (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria).
Il tempo non ha scalfito il ricordo di quanti appartenenti alle forze di polizia, magistrati, sindacalisti, giornalisti, imprenditori e di tutti coloro che svolgendo con senso del dovere il proprio ruolo, durante gli anni di piombo, cadevano per mano della criminalità terroristica.
Il S.A.P.Pe. (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) della Basilicata, in occasione della giornata della memoria per le vittime del terrorismo, esprime un particolare pensiero in ricordo degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria di origine lucana, anch’esse vittime del terrorismo proprio in quegli anni dove chi indossava una uniforme o rappresentava lo Stato era il nemico da abbattere. Il Segretario Regionale del Sindacato Saverio Brienza non può non ricordare il Maresciallo degli Agenti di Custodia (ora Polizia Penitenziaria) Antonio Santoro, nato ad Avigliano (PZ) il 26 aprile 1926 e ucciso a Udine il 6 giugno1978. Il Maresciallo Santoro era Comandante della Casa circondariale di Udine e la mattina del 6 giugno 1978, mentre si recava a piedi in Istituto, rimaneva vittima di un agguato terroristico tesogli da due persone che lo colpirono alle spalle con due colpi di pistola. I due si allontanarono a bordo di un’auto ritrovata successivamente nella periferia della città. Il Maresciallo Santoro era conosciuto e stimato per il rigore con cui applicava le regole all’interno dell’istituto che ospitava elementi delle Brigate Rosse e dove, alcuni mesi prima, aveva scoperto e denunciato un traffico di droga e valuta falsa. L’omicidio di Antonio Santoro fu rivendicato, con una telefonata all’ANSA di Venezia, da appartenenti all’organizzazione “Proletari Armati per il Comunismo”. Il 15 giugno 2004 il Maresciallo Santoro è stato insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria, per tali ragioni è stata intitolata la Casa Circondariale di Potenza, la Caserma della Casa Circondariale di Udine e una via nella città di Avigliano. Soltanto nel 2019 il brigatista dei “P.A.C.” Cesare Battisti, esecutore materiale dell’omicidio e condannato in via definitiva all’ergastolo, viene arrestato in Bolivia ed estradato in Italia per scontare la sua pena. E non possiamo non parlare dell’Agente di Custodia Giuseppe Lorusso, nato a Palazzo San Gervasio (PZ) e ucciso dagli estremisti armati “Prima Linea” il 19 gennaio 1979.
L’agente Lorusso era In servizio presso la Casa Circondariale “Le Nuove” di Torino, era addetto al controllo pacchi e corrispondenza, un lavoro rischioso che Giuseppe svolgeva con rigore. Il 19 gennaio 1979, nei pressi della propria abitazione, alle 7,10, in anticipo di mezz’ora sull’orario abituale, si avvia verso la propria auto per recarsi a lavoro. Due individui scendono da una 128 rossa (altri due uomini restano in macchina) lo raggiungono alle spalle e lo colpiscono con dieci colpi di pistola 357 Magnum uccidendolo all’istante. L’omicidio viene rivendicato con una telefonata all’ANSA: “Qui Prima Linea. Abbiamo ammazzato Giuseppe servo dello stato. Seguirà un comunicato”. Il comunicato viene fatto trovare verso le 11 in due cabine di Corso Re Umberto e di Corso Regina Margherita. Giuseppe Lorusso ha appena compiuto 30 anni, lascia la giovane moglie Rosa e due figli in tenera età: Daniela di 2 anni e Domenico di 9 mesi. Giuseppe Lorusso è stato riconosciuto dal Ministero dell’Interno “Vittima del Dovere”, ai sensi della Legge 624/1975. Il 15 giugno 2004 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria ed è stata intitolata la Casa Circondariale di Torino, unitamente a Lorenzo Cutugno. Il S.A.P.Pe. della Basilicata ricorda anche il Sovrintendente di Polizia Penitenziaria Pasquale Di Lorenzo, ucciso dalla mafia “Cosa Nostra” a Porto Empedocle (AG) il 14 ottobre 1992, dopo aver lavorato per diversi anni presso la Casa Circondariale di Potenza e dove nella stessa città di Potenza la propria famiglia si è poi stabilita definitivamente.
Il 16 giugno 2003 il Sovrintendente Pasquale Di Lorenzo è stato insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria e con Decreto del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del 7 febbraio 2018 al Sovrintendente Di Lorenzo è intitolata la Casa Circondariale di Agrigento, nonché l’Aula Didattica della Casa Circondariale di Potenza. Il ricordo di quanti hanno sacrificato la propria vita, conclude Saverio Brienza, resta un esempio di grande educazione alla legalità, specie per i più giovani, attraverso l’insegnamento della famiglia e della scuola per un futuro migliore.