“Un vaccino anti Covid per tutti: l’appello di Banco Farmaceutico”. Di seguito la nota inviata da Erasmo Bitetti, Delegato territoriale di Banco Farmaceutico.
Nella notte materana dei vaccini, riservata dall’Azienda sanitaria del Materano ai cittadini ultra sessantenni, il mio pensiero è andato alle persone che vivono in condizioni di emarginazione e di precarietà sanitaria: alle badanti straniere che si prendono cura dei nostri anziani, agli immigrati regolari con permesso di soggiorno e a quelli irregolari, clandestini senza fissa dimora, spesso vittime dello sfruttamento dei caporali.
Tra le iniziative di condivisione dei bisogni ci sono quelle di Banco farmaceutico che opera da venti anni in Italia e da nove anni in provincia di Matera, raccogliendo e recuperando medicinali che vengono donati agli enti assistenziali del territorio che si prendono cura delle persone in difficoltà.
Intervenendo alla settimana della salute della Conferenza Episcopale Italiana, in svolgimento dal 3 al 13 maggio, il Banco ha messo a tema la povertà sanitaria ed i vaccini, presentando gli ultimi dati dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, un gruppo di lavoro formato da medici, farmacologi, statistici e sociologi il cui rapporto annuale “Donare per curare”, giunto all’8° edizione, è ritenuto in Italia il più esaustivo in materia.
E’ emerso che le realtà che offrono cure e medicine alle persone indigenti sono state particolarmente danneggiate dalla pandemia:oltre il 40% di questi enti, specie quelli più grandi e organizzati, ha dovuto ridurre o limitare fortemente le attività.A livello nazionale si è registrato un calo di oltre il 50% delle richieste di assistenza al Banco rispetto alla rilevazione di inizio anno.
La situazione in Basilicata, come nel resto del Sud Italia, non è meno preoccupante sebbene le reti assistenziali che operano nel nostro territorio registrino un aumento di attività piuttosto che un calo.
Gli enti convenzionati con il Banco farmaceutico nella provincia di Matera sono attualmente 18: a questi il Banco affida, per la successiva distribuzione, non solo i farmaci da banco donati nella Giornata nazionale di raccolta del farmaco del secondo sabato di febbraio (1708 confezioni raccolte nel Materano nel 2021) ma anche quelli derivanti dal progetto Recupero farmaci validi.
Questa iniziativa, avviata in collaborazione con Federfarma in 9 farmacie di Matera e provincia, ha consentito di recuperare finora 3100 confezioni di farmaci validi e non utilizzati per un valore di oltre 32.000 euro.
La pandemia ha sottoposto ad uno “stress test” tutto il sistema di aiuto alle persone indigenti: troppi poveri, privi di risorse economiche e dell’assistenza medica di base, sono costretti a ripetuti accessi al Pronto soccorso, anche per problemi clinici minori; pazienti con patologie cardiache gravi non possono curarsi con farmaci salvavita perché la sola prescrizione specialistica non è sufficiente per la dispensazione.
Gli sforzi solidaristici della società civile e degli enti di assistenza, anche quando strutturati in reti fra loro collaboranti, non sono sufficienti a dare risposte a questi bisogni senza la collaborazione delle istituzioni.
Oggi la pandemia impone di trovare modelli nuovi di assistenza e di intervento: potremmo dire che le medicine non bastano più, è giunto il tempo del prendersi cura, di quell’ “I Care”, riproposto dal presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen come “motto dell’Europa”.
Il tema dei vaccini è uno di questi banchi di prova: condividendo l’auspicio del Papa il Banco farmaceutico ritiene che questi debbano essere offerti gratuitamente a tutti e con sollecitudine.
Il prossimo 7 agosto ricorrerà il secondo anniversario dell’incendio nella baraccopoli de “La Felandina” in cui perse la vita la giovane Petty, ventottenne nigeriana e madre di due bambini che nel metapontino era venuta a cercare un lavoro nei campi.
Sarebbe bello commemorarne la memoria con un gesto di solidarietà: mi appello alla sensibilità della Commissaria della ASM Sabrina Pulvirenti perché entro quella data siano chiamati a raccolta quanti non hanno speranza di ricevere alcuna dose di vaccino (immigrati, persone senza fissa dimora, badanti non ancora regolarizzate, operatori ed ospiti di comunità residenziali per il recupero dalla tossicodipendenza).
Si potrebbe dedicare loro una seduta vaccinale straordinaria quale segno della volontà di farli uscire dall’emarginazionee dall’esclusione sanitaria perché, come ha ricordato mons. Caiazzo parafrasando un’espressione di S. Giovanni Paolo II: – Nella terra nessuno è straniero e la terra non è straniera a nessuno –