Gaetano Liantonio, Presidente dell’associazione Zona Franca Matera: “Associazione Zona Franca Matera plaude alla imminente costituzione della Zona Franca Doganale a Pisticci”. Di seguito la nota integrale.
La misura maggiormente attrattiva di investimenti, specie nelle Zes, è la previsione all’interno delle aree portuali o immediatamente retroportuali dei porti (Core e Comprehwnsive) che insistono sulle reti Ten-T, di Zone Franche Intercluse ai sensi del Regolamento UE n. 952/2013 (CDU), ove sia possibile compiere attività di natura industriale, commerciale o di servizi su merci comunitarie o extracomunitarie. Tali zone godono di una disciplina più favorevole in tema di documentazione da presentare in dogana e di limiti di permanenza all’interno del regime agevolato e pertanto contribuiscono alla semplificazione amministrativa, ampliando la portata promozionale dell’intervento a favore di uno sviluppo nelle zone interessate di medie e grandi imprese rivolte ai mercati internazionali. La Regione Basilicata aveva avviato questo percorso già con il convegno organizzato presso la GNOSIS di Pisticci il 9 novembre 2018, volendo implementare un percorso di semplificazioni delle procedure con il fine di massimizzare l’efficacia dell’azione amministrativa, definire tempi certi degli iter procedimentali, specie in deroga agli iter ordinari, con l’apertura di uno Sportello Unico Regionale per le Attività Produttive. Governo, Regioni e Consorzi Industriali devono prevedere un piano di rilancio delle politiche industriali perché i soli prestiti bancari a tasso agevolato non basteranno a rimettere in moto la macchia imprenditoriale italiana e del Mezzogiorno in particolare. La ZES Jonica sta tardando a partire; eppure doveva essere il trampolino di lancio per nuovi grandi investimenti industriali, specie esteri, e doveva attrarre i nuovi investitori, attirati da aree retroportuali ben individuate e dotate di infrastrutture e servizi. La ZES insieme al nuovo Codice Doganale dell’Unione europea doveva essere l’attrattore per il Mezzogiorno e prevedere regimi particolari che avrebbero reso competitivo l’insediamento di nuove attività industriali. Nel frattempo Confindustria, le PMI e i sindacati confederali hanno lanciato l’allarme e sollecitato la Regione Basilicata a dare già inizio alla Fase 2 da Covid 19, per curare adesso l’economia italiana affinché non coli a picco. Ecco che va salutata con favore la scelta che finalmente ha fatto la Regione Basilicata di individuare a Pisticci la Zona Franca Doganale, per le sue caratteristiche fisiche già esistenti e di pronto utilizzo. Il sopralluogo tecnico che si terrà la prossima settimana nell’area Zes non potrà non dare parere positivo al citato insediamento, lasciando la gestione dell’area al Consorzio Industriale di Matera, concretizzando così l’impegno assunto dalla Ministra Carfagna. Ferrandina invece avrà la già piattaforma logistica dell’agroalimentare, che costituirà l’altro incentivo allo sviluppo industriale della valle del Basento. Le imprese che si insedieranno lì avranno il duplice vantaggio di essere in area Zes domani e da subito in area interclusa quale è una Zona Franca Doganale che, quale corridoio stradale della ZF Doganale di Taranto, a pochi chilometri dal porto, ben collegata con il sistema viario e dotata già della tecnologia 5G per il controllo dei container, costituirebbe subito il trampolino di lancio dell’economia materana e lucana, contribuendo a elevare il Pil lucano. In un’area interclusa sarebbe certo favorita e incentivata la produzione e gli scambi commerciali internazionali con la concessione di benefici fiscali specifici alle merci introdotte in questi luoghi, in deroga sia al sistema doganale e fiscale. Ciò permetterebbe di posticipare la corresponsione dei diritti gravanti sulle merci introdotte al successivo momento della fuoriuscita dalla zona franca. Per partire servirebbe solo la presentazione all’Autorità doganale del documento di trasporto che identifichi le merci, per escludere i controlli doganali per le merci in ingresso, anche se l’Autorità doganale continuerà ad esercitare le sue facoltà di legge, come prescrivere che determinate merci siano allocate in determinati locali. Anche ai fini IVA si realizza così una sospensione d’imposta. La ZFD prevede inoltre la possibilità di creare al suo interno delle imprese per la lavorazione e trasformazione delle merci importate e per la successiva riesportazione e destinate anche al consumo definitivo all’interno del territorio nazionale. Né va sottaciuto che nella ZFD non si pagano le accise sui consumi energetici e l’Iva. Meglio di così!