Di seguito l’intervento sul tema della giustizia del consigliere regionale Polese nella seduta odierna del Consiglio regionale della Basilicata.
Entro subito nel merito: questa che stiamo affrontando a mio modo di vedere non è una mozione come le altre. Non per importanza perché non oserei mai fare la classifica dei temi. Tutto è importante quando viene discusso nella massima assemblea legislativa della Basilicata. Ma è di certo una questione molto delicata che attiene al tema della Giustizia che non deve mai, e ribadisco mai, essere strattonata da pulsioni che non stiano al profondo rispetto che si deve a uno dei pilastri della democrazia e della civiltà di un popolo.
E quindi lo dico in premessa: SI alla giustizia ma NO al giustizialismo; SI alle indagini ma No alla gogna mediatica; SI al rispetto della Costituzione e No alle derive forcaiole, Si al garantismo e no al populismo di facciata.
Lo dico per evitare da principio alcuna strumentalizzazione e alcuna polemica, che comunque ho intenzione di votare a favore di questa mozione che va però emendata in qualche passaggio. Ma chiedo che tutto venga fatto nel massimo rigore sapendo che in ogni caso quest’aula non ha alcun potere legislativo sulla materia della Giustizia che non è metodo antagonista tra Stato e regioni che noi troviamo le soluzioni. La Giustizia, e per fortuna aggiungo, è una sola in Italia e guai a pensare che ci possano essere 20 giustizie regionali.
Ad ogni buon conto sono anche consapevole che, viste le ripercussioni inevitabili che si hanno in termini di sicurezza e di legalità per la Basilicata tutta e la sue gente, si debba avere il massimo rispetto per le istanze che giungono dal territorio a partire dalla richiesta avanzata dal Procuratore Capo di Potenza Francesco Curcio che in più occasioni a seguito di un lavoro encomiabile che sta portando avanti, ha sollevato la necessita che la Basilicata sia dotata di un presidio della Direzione Investigativa antimafia. Richiesta sulla quale, a livello di principio, concordo con quanti in quest’aula e fuori hanno sposato la causa, attraverso dichiarazioni ufficiali, parlando in termini positivi di un eventuale rafforzamento in Basilicata del sistema della legalità e della giustizia al fine di contrastare di più e meglio la criminalità organizzata che interessa il territorio lucano dalla Provincia di Potenza e ovviamente delle provincia di Matera.
In definitiva sappiamo delle tante infiltrazioni ‘mafiose’ che in passato hanno determinato faide e omicidi. Sappiamo della piaga del racket e dell’usura che, e non lo dico io ma ci sono i report ufficiali resi in tanti anni dalle associazioni che da anni si occupano di questo. Così come la cronaca negli anni ha riportato di eventi tragici che sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno di cui la nostra regione, pur se favorita dai suoi piccolo numeri che garantiscono un po’ più di controllo, non è affatto immune. Ben venga quindi questo dibattito al fine di approfondire una questione che non è teoria ma vive nel corpo e nel sangue del nostro essere uomini e donne affamati di giustizia, di democrazia e di civiltà.
Ma, e lo chiedo con il massimo rispetto, evitiamo che il tutto si trasformi in spot, in propaganda a basso costo e in derive demagogiche che possono determinare un depauperamento dei principi del garantismo che è un altro pilastro essenziale di civiltà e giustizia che va difeso a ogni costo da ogni tentativo di crepa. Perché vedete cari colleghi noi non dobbiamo mai dimenticarci che la Basilicata esiste perché esiste l’Italia. Non siano un Repubblica che può ragionare al chiuso senza tener conto di quella che è la realtà e di quelle che sono le dinamiche nazionali? Io non penso.
E in Italia purtroppo sono anni che assistiamo a un processo di delegittimazione del sistema fondato sul diritto a favore di un modello superficiale fondato sulla morale. C’è una deriva sostenuta purtroppo da una parte di politica fatta di approssimazione e aggressione del pensiero altrui che ha convinto una parte dei cittadini e dell’opinione pubblica che con la legge penale si possa fare tutto. Con conseguenze nefaste anche per la stessa garanzia di giustizia che ricordo a me stesso deve essere al di sopra degli interessi di una parte. Non facciamo lo stesso errore. Non si abbia fretta di intestarsi battaglie per il solo gusto di indossare una medaglia politica nella folle pretesa di essere i ‘più puri di tutti’. Sappiamo tutti, come ricordava spesso Pietro Nenni, che ‘Gareggiando a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura’ con la conseguenza che alla fine non vince il merito ma la propaganda con un livellamento verso il basso dalla qualità e della competenza.
In questo Paese va riscoperto il valore della Giustizia nella sua accezione più alta.
Viviamo di dualismi e i dualismi, si sa, entusiasmano. Ma indeboliscono uno Stato in cui l’equo perde valore sotto i colpi del populismo. De resto abbiamo assistito per mesi a un tentativo di riforma della Giustizia da parte diInterventio un ex ministro, che rivoluzionava il concetto stesso della PRESUNZIONE DI INNOCENZA. Gli stessi media per mesi e mesi si sono divisi in una faida su chi avesse ragione a danni di principi costituzionalmente sanciti.
Eppure abbiamo un sistema che andrebbe migliorato, e di tanto, in altri fondamentali aspetti come il diritto alla verità, al giusto processo, a tempi processuali più consoni alla vita delle persone. Ma non voglio dilungarmi su questioni che evidentemente mi appassionano per professione e sensibilità culturale personale. Voglio solo ricordare che da una indagine penale derivano effetti dirompenti per la vita dell’indagato. Le sue libertà fondamentali, i suoi diritti umani, spesso vengono sospesi con la forza. E’ giusto che sia così ma voglio ricordare a tutti che altresì è giusto, che noi viviamo in un paese in cui la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio è sacrosanta e costituzionalmente garantita. Per me è sempre valida quella considerazione secondo la quale meglio un colpevole in libertà che un innocente in vinculis.
Spero dunque di aver fatto comprendere che su questo tema e sulla necessità di rafforzare il sistema di investigazione e di giustizia della nostra regione siamo d’accordo tutti purchè non si trasformi in una operazione solo di immagine per seguire le tendenze del momento ad ogni costo, ma sia effettivamente una reale collaborazione tra Stato e Regioni per venire incontro a quelle che sono le esigenze esplicitate dagli operatori della giustizia, in questo caso dalla Procura di Potenza ma da tutti coloro i quali difendono i cittadini lucani in ogni dove e in ogni momento. Chiudo con una chiosa, le riflessioni del collega Zullino meriterebbero un approfondimento nella loro sostanza di merito, ma non credo, ha ragione il collega Perrino, che possa essere quest’atto, l’atto idoneo a raccoglierle. Per cui invito il collega Zullino a ritirare l’emendamento alla mozione e a presentarne un’altra su cui potremmo successivamente discutere ed esprimerci.