“L’Aula ha approvato la legge sul biologico, e questa è certamente una grande soddisfazione per chi, come me, si batte per una agricoltura di qualità, che garantisca ai cittadini una alimentazione sana, priva di contaminanti e pesticidi. È l’indicazione che ci arriva anche dall’Europa. Non può esserci nessuna rivoluzione verde se non si parte dall’agricoltura. Sono soddisfatto anche che sia stato bloccato il tentativo della senatrice Cattaneo di estromettere l’agricoltura biodinamica dalla legge. Ricordo soltanto che la senatrice fu quella che bocciò la mia mozione contro il glifosato, approvata da tutta l’Aula, evidentemente favorevole all’uso di una chimica che non rispetta l’ambiente e i cicli naturali. Sono però rammaricato che l’Aula non abbia voluto approvare i miei emendamenti per allargare la partecipazione democratica al biologico. A quanto pare le lobby delle grosse organizzazioni agricole hanno ancora questo forte potere”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, commentando l’approvazione in Aula del DDL S. 988 sull’agricoltura con metodo biologico.
“Così come congegnato – afferma il senatore – questo provvedimento affiderà nelle mani di un solo soggetto la gestione vera e propria dell’intero comparto biologico. È per questo che ho presentato due emendamenti utili a rendere più democratico il provvedimento. Data l’importanza che assumerà il comparto biologico nei prossimi anni e l’imponente massa di finanziamenti che saranno destinati a questo settore, andrebbe garantita la più vasta partecipazione possibile di operatori del settore. Non è pensabile che la platea da coinvolgere nel Tavolo Tecnico presso il Ministero debba essere ridotta rispetto a quella prevista attualmente nel tavolo compartecipato. La preoccupazione, o piuttosto certezza, è che si arrivi a una politica di monopolio considerando le percentuali del 30% richieste, percentuali che sembrano favorire un solo gruppo a scapito di quell’universo del 70% rimanente che resterebbe fuori ma pesantemente condizionato dall’unico soggetto riconoscibile per legge dal Ministero, che come tutti sanno è la Coldiretti”.