Basterà avere l’app IO oppure Immuni e il nostro Green Pass, quello che ci consentirà di muoverci più liberamente tra le restrizioni Covid, lo avremo già in tasca.
Questo certificato sarà disponibile anche in forma digitale integrata in quelle app, come abbiamo anticipato in base alle informazioni date dal governo alle Regioni e confermato poi a Italian Tech dal ministro all’Innovazione, Vittorio Colao, secondo cui (salvo possibili ritardi), il debutto potrebbe essere nella seconda metà di giugno, al massimo entro il primo luglio.
Ma come funzionerà, nella pratica? Innanzi tutto, bisogna chiarire che le app saranno sempre solo alternative ad altri modi per avere il Green Pass: l’opzione cartacea, con un certificato dotato di Qr Code, sarà sempre disponibile, in particolare per chi ha poca padronanza degli strumenti digitali o addirittura ne è sprovvisto.
L’obiettivo è permettere alle persone di non dover fare quasi nulla dopo avere scaricato IO oppure Immuni, che forse ha già installato sullo smartphone per altri motivi (per esempio, per avere il cashback o il Bonus Vacanze o per il contact tracing), ma che hanno avuto una penetrazione piuttosto limitata. Del resto, Colao l’aveva detto già nella prima audizione in Parlamento: con il Green Pass l’intenzione è anche quella di dare una seconda vita a Immuni.
Per quanto riguarda IO, secondo quanto risulta a Italian Tech, funzionerà così: chi ha diritto al Green Pass riceverà una notifica sullo smartphone (simili a quelle che IO manda per avvisare di scadenze nei confronti della Pubblica amministrazione). Per riceverlo basterà soltanto averne diritto e non servirà fare domanda, che per la pubblica amministrazione italiana è già una bella rivoluzione. Al momento, per avere diritto al Green Pass devono passare 15 giorni dalla prima dose di vaccino, oppure serve essere guariti dal coronavirus o avere fatto un tampone con esito negativo da non oltre 48 ore.
Apriremo quindi l’app, entreremo con lo Spid oppure con la Cie (la carta d’identità elettronica) e troveremo il pass, certificato con un Qr Code, che potremo anche salvare per un accesso diretto, anche senza connessione a Internet, così da poterlo mostrare alle forze dell’ordine.
La Cie possono averla anche i bambini (a differenza dello Spid), quindi anche loro potranno avere il Green Pass su IO: basterà entrare nell’app con i dati della propria carta d’identità elettronica, esattamente come farebbe un adulto, anche sfruttando lo smartphone dei genitori, per ritrovare il proprio lasciapassare.
Su Immuni ci sarà un passaggio in più perché questa app, come ribadito più volte dagli sviluppatori, garantisce l’anonimato di chi la utilizza: un’ipotesi è che sarà la persona a doversi fare volontariamente riconoscere, per esempio inserendo il codice fiscale. Fatto questo, avrà accesso al proprio Green Pass.
Un’alternativa è quella di scaricarlo, usando codice fiscale o tessera sanitaria, da un sito ancora in costruzione da parte di Sogei o dal proprio fascicolo sanitario elettronico. I genitori dovrebbero poterlo fare anche per i figli che sono stati sottoposti a un tampone dall’esito negativo o sono guariti dal Covid-19 (l’ipotesi della vaccinazione al momento non è contemplata per i minorenni), ovviamente usando i rispettivi codici fiscali.
Tutto questo sarà possibile grazie a una nuova infrastruttura gestita sempre da Sogei, che si farà collettore di tutte le informazioni relative al Pass (certificati vaccinali, tamponi, certificati di guarigione) e quindi permetterà l’accesso alle app IO e Immuni. Tecnicamente significa che Sogei sta realizzando le Api (la sigla sta per Application program interface), le “finestre” d’accesso a questi dati e le fornirà a chi sviluppa Immuni e IO perché siano integrate al loro interno.
Sogei firmerà digitalmente questi dati per evitare contraffazioni: quando qualcuno si presenterà con un certificato (di test, guarigione o vaccinazione), il verificatore potrà “leggerlo” attraverso il Qr Code usando un’app, anch’essa in via di realizzazione da Sogei, che verificherà se quelle informazioni presenti sul certificato sono vere, confrontandole con i dati corrispondenti presenti sulla piattaforma Sogei.
Da luglio, grazie al regolamento in arrivo, ci sarà il dialogo con l’infrastruttura europea e quindi il Pass sarà valido in tutta la Ue: i dati resteranno nel Paese di origine della persona controllata e non in quello del Paese visitato.
A questo punto, il fattore critico sono le tempistiche, anche per le novità italiane, perché è in corso un acceso dialogo con il Garante della Privacy per trovare la quadra tra versatilità d’uso del Pass e tutela di diritti fondamentali: la buona notizia è che integrare il tutto all’interno di Immuni e IO sarebbe abbastanza facile. E che una volta che arriverà il Green Pass italiano lo avremo subito anche sullo smartphone, sempre a portata di mano.