Giuseppe Brescia, già parlamentare e sindaco di Melfi in una interviene sulla polemica innescata dalle dichiarazioni del sindaco di Potenza Mario Guarente dopo la scelta del Comune di Matera di stipulare un protocollo d’intesa con la città di Bari. Di seguito la nota integrale.
: “Non campanilismo, ma unità per lo sviluppo”. Di seguito la nota integrale.
La lettura quotidiana della nota di Nino Grasso su La Nuova del Sud, è sempre stimolante.
Oggi si sofferma su una sterile polemica del Sindaco di Potenza con quello di Matera, per un protocollo d’intesa con la città di Bari.
Sterile e includente.
La pochezza politica fatta governo.
La città Regione che, priva di seria direzione politica, unitaria e coinvolgente, si lascia andare, come il tifoso che vuole difendere la sua squadra pur sapendo di essere priva di un capace allenatore e di giocatori che hanno scarso senso dell’insieme.
Ai saggi consigli del giornalista al Sindaco di Potenza e a “mamma Regione”, io mi permetto di aggiungere un altro.
La città capoluogo, invece di polemiche di inutile campanilismo, dovrebbe mettersi alla testa di una battaglia che unisca i comuni lucani e quelli delle regioni confinanti su un Patto di rilancio per il Lavoro nel Mezzogiorno, partendo dal tema dell’Area industriale di San Nicola di Melfi e dello sviluppo. Quest’area che rappresenta l’emblema del riscatto dell’intero Mezzogiorno.
L’automobile, le realtà produttive in crisi, i corridoi di sviluppo nord – sud, la sanità, la giustizia, la infrastrutturazione in senso lato, il turismo, la cultura. Tutti temi che, anche per scarsa visione strategica del centrodestra lucano, hanno trovato scarsa presenza nel PNRR approvato dal governo nazionale.
Questo sì che può essere un argomento che unisce le nostre 131 comunità, insieme a quelle della Puglia, della Campania, della Calabria e, più a nord, del Molise, Abruzzo e Lazio.
Il Sindaco capoluogo di regione dovrebbe lui chiamare Antonio Decaro, Presidente dell’Anci nazionale e Sindaco di Bari, ed insieme ai comuni del Mezzogiorno porre il tema del rilancio economico, sociale, culturale e dei servizi del Sud ad un governo nazionale nordcentrico, e non solo per composizione ministeriale.
Lo slogan dividi et impera non regge più, è fuori dalla storia e dalla concretezza.
Oggi, invece, vale unisci e governa, lo slogan che guarda al futuro.
Questo è stato il messaggio lanciato dal Consiglio comunale aperto di Melfi del 13 aprile scorso, che ha visto la partecipazione di oltre metà dei sindaci lucani, del Vescovo della diocesi di Melfi, dei sindacati e forze sociali, dei parlamentari e consiglieri regionali.
Un massaggio di unità, di azione comune, di lungimiranza politica.
È il messaggio che i partiti e i sindacati tutti devono dimostrare di aver compreso e impegnarsi per metterlo in pratica. Anche con spirito di solidarietà reciproca, non di becera divisione.
Insisto, unità come per la battaglia comune di Scanzano Ionico di circa 20 anni fa che ha evitato che la Basilicata diventasse il cimitero delle scorie radioattive, come aveva deciso il governo Berlusconi.
Per fare questo, bisogna avere passione politica, crederci e poggiare su radici profonde.
Ci sono?