Per la rubrica “La storia siamo noi” in esclusiva per SassiLive lo storico materano Nino Vinciguerra ricorda il sacerdote, poeta e scrittore materano Padre Marcello.
Francesco Paolo Morelli nacque a Matera il 7 novembre 1886 da Domenico (muratore e titolare di una piccola impresa edile) e da Agnese Nicoletti. I suoi fratelli erano Eustachio, Maria, Immacolata e Vincenzo. Seguendo la sua vocazione religiosa, divenne frate francescano a Lecce scegliendo di chiamarsi, in religione, Marcello. Il 24 luglio 1910, Padre Marcello fu ordinato sacerdote a Oria e nel 1912 conseguì la Licenza in Teologia Dogmatica presso l’Università di Roma. La sua fu una vita molto impegnata; nel corso della Prima Guerra Mondiale fu arruolato come Soldato di Sanità dal 3 novembre 1915 al 4 aprile 1919 e fu cappellano nell’ospedaletto da campo 152. La posizione di Morelli, relativamente al conflitto mondiale, rifletteva “il dissidio che attraversò l’Istituzione della Chiesa e le coscienze di tutti i cattolici, che vissero il contraddittorio sentimento di rifiuto della guerra, definita “inutile strage” da Benedetto XV, e di accettazione della stessa come giusta, in quanto guerra nazionale di liberazione” (Giovanni Caserta). E quindi “anche il giovane Padre Marcello si dichiarava per la pace e contro la guerra in assoluto; ma anche per lui la guerra italiana era legittima difesa, e perciò giusta” (G.C.). Fu un uomo con le contraddizioni e con i limiti di qualsiasi persona ma, nonostante tutto, “Padre Morelli aveva scelto di vivere la sua vita fra soldati, feriti e moribondi, cui distribuì parole di speranza e di conforto, stendendo la mano consolatrice sulla fronte e ricevendo un sorriso, che era anche un grazie. Nell’ospedaletto da campo n. 152 quel frate conobbe il dolore assurdo di una guerra non meno assurda, quali, del resto, sono tutte le guerre” (G.C.). Padre Marcello dedicò la sua vita al ministero sacerdotale, all’insegnamento e agli studi. Il 1° gennaio 1924 divenne Parroco di San Giovanni Battista, comunità per la quale l’abate Morelli si spese con entusiasmo e con attenzione contribuendo alla crescita spirituale e umana del suo gregge; fu vicinissimo ai bambini che frequentavano l’oratorio, non lesinò aiuti per i meno abbienti e si rese sempre disponibile negli aiuti scolastici impartendo lezioni di lettura e di scrittura. Nel 1928 si impegnò per il restauro della chiesa di San Giovanni, deturpata da sovrapposizioni successive alla sua costruzione. Il 5 luglio 1934 conseguì la laurea in Lettere a Roma discutendo la tesi “La poesia del Padre Manni”. Sempre nel 1934, l’attivissimo abate, fece restaurare anche la chiesa di San Domenico. Il 23 novembre 1937 Padre Marcello entrò a far parte della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e la Lucania. Fu docente di Italiano all’Istituto Magistrale “Stigliani” e al Liceo-Ginnasio “Emanuele Duni”. Di Padre Marcello si ricorda anche la sua presenza nel tragico 21 settembre 1943 quando non fece mancare il suo conforto e il suo incoraggiamento ai combattenti materani insorti contro i nazifascisti. Severo nei principi, di poche parole ma le sue omelie erano ascoltatissime perché ricche di fermenti di vita e di speranza. Il 29 marzo 1953, dopo 29 anni di apostolato nel suo “Bel San Giovanni”, Padre Marcello lasciò la parrocchia affidandola in buone mani, quelle del suo Vice Parroco (nonché nipote), don Raffaele Fontanarosa. Mons. Cavalla lo volle Vicario Generale della Diocesi di Matera e Acerenza e Decano del Capitolo Metropolitano. Compiti ai quali Padre Marcello assolse con diligenza, umiltà e dedizione. Di questi suoi sentimenti di profonda fede e dell’amore per Matera, don Morelli ha lasciato traccia con pubblicazioni che esternano tutto ciò, “Vita di San Giovanni da Matera”, “Lodi sacre”, “I canti della mia solitudine”, “Storia di Matera”, “Itinerari lucani”, “La Cattedrale di Matera ha 700 anni”. Il 2 giugno 1965 Padre Marcello fu gratificato con la Medaglia d’Oro al Merito della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Un riconoscimento ulteriore arrivò nel 1968 quando il suo nome fu inserito tra gli scrittori italiani nel Dizionario della Letteratura Mondiale del secolo XX (ed. SAIE Torino). Padre Marcello, dopo aver dedicato la sua intensa vita all’arricchimento altrui, desiderò rivolgere un ultimo messaggio ai suoi parrocchiani, alle persone che lo avevano conosciuto, agli uomini: “…voglio dirvi ancora: non la cultura, non la ricchezza, non il piacere, ma solo l’amore è la nostra sostanziale dolcezza di spirito, la nostra unica ragione di vita: l’amore a Gesù, alla Vergine, ai fratelli” (dal suo testamento spirituale). Alcuni giorni dopo, il 6 giugno 1972, Padre Marcello morì. Matera lo pianse ma i suoi insegnamenti sono stati il sale, la strada maestra e hanno forgiato tante generazioni.
Nino Vinciguerra
(Bibliografia: Giovanni Caserta, Materani in trincera, Villani, 2017)