Negli ipogei di piazza Vittorio Veneto a Matera è possibile ammirare una delle 155 chiese rupestri della città dei Sassi, la chiesa rupestre dello Spirito Santo. Nel 2019 l’imprenditore materano Massimo De Salvo ha fatto partire i lavori di restauro del luogo di culto nel cuore del centro storico di Matera, per riportare all’antico splendore gli affreschi che sono ancora visibili nonostante siano passati oltre 1000 anni dalla sua costruzione.
Purtroppo in questi due anni il clima umido che caratterizza questi ambienti ha determinato un deposito di salnitro in particolare su uno degli affreschi presenti sull’arcata della navata destra della chiesa rupestre dello Spirito Santo. Il salnitro è un deposito costituito da sali minerali sul fondo dei muri umidi e mal ventilati, che si manifesta sotto forma di efflorescenze e di cristalli bianchi. Proprio quelli che si possono notare oggi sull’affresco, che si mostra evidentemente coperto per larga parte rispetto a come si presentava un anno e mezzo fa, come dimostra la fotogallery riportata in basso. Le autorità competenti dovrebbero quindi preoccuparsi di garantire una manutenzione ordinaria degli affreschi di questa chiesa rupestre, magari affidando anche agli allievi dell’Istituto di Conservazione e Restauro, ospitato all’interno del Convento di Santa Lucia Nova, in via Lavista, a pochi metri dagli ipogei di piazza Vittorio Veneto, il compito di assicurare una costante tutela del nostro patrimonio storico-artistico e religioso. L’auspicio è che questa segnalazione sia recepita da coloro che hanno a cuore le sorti di una città a vocazione turistica come Matera. Altrimenti anche gli investimenti privati di tanti mecenati come Massimo De Salvo rischiano di non ottenere l’effetto sperato.
Michele Capolupo
Le curiosità sulla Chiesa rupestre dello Spirito Santo
La chiesa ipogea del Santo Spirito sorge nelle immediate vicinanze dell’area dei Foggiali, in passato fortemente connotata dal punto di vista religioso per la presenza del monastero dei Domenicani e del convento che, fino al Quattrocento, ospitò le penitenti di Accon.
Questo luogo di culto costituiva un insediamento benedettino collocato al di fuori delle antiche mura urbane, attualmente è parte degli ambienti ipogei sottostanti Piazza Vittorio Veneto: riportato alla luce in seguito ai lavori che, nel 1993, hanno conferito alla Piazza l’aspetto attuale, costituisce una via di accesso al Sasso Barisano.
La sua realizzazione viene fatta risalire al IX secolo; nel tempo ha subito profonde modifiche fino a quando, intorno alla fine dell’Ottocento, fu coperta assieme a tutta l’area del fondaco di mezzo. Della struttura originaria è rimasto ben poco: l’interno è a tre navate, sono visibili tracce di affreschi che si presentano molto deteriorati e che, per quanto possibile, lasciano intravedere accuratezza nei colori e nei tratti, in particolare è ancora leggibile un affresco raffigurante Santa Sofia di realizzazione duecentesca.
Questi ambienti presentano anche tracce di un passato uso abitativo determinato dal sovraffollamento dei Rioni Sassi che spinse a occupare tutti gli spazi disponibili.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’affresco della chiesa dello Spirito Santo coperto dal salnitro e come si presentava dopo i lavori di restauro (foto www.SassiLive.it)