La Fp Cgil di Potenza ha sollecitato l’Asp per la convocazione di un tavolo tecnico sulle varie problematiche del Deu 118. Prima che scoppiasse la pandemia in atto, si erano svolti una serie di incontri per ripensare l’organizzazione a microaree delle postazioni territoriali di soccorso e si era immaginato un sistema a rete più funzionale e rispondente alle esigenze organizzative, al fine di migliorare il servizio per gli utenti e per i lavoratori. La sars cov 2 ha bloccato i lavori, che riteniamo vadano ripresi con estrema urgenza, anche alle luce delle nuove e importanti criticità che il Dires sta vivendo a causa della pandemia in atto.
Come Fp Cgil non abbiamo mai sottaciuto la nostra preoccupazione per le gravi criticità che si trova ad affrontare il e nel corso della delegazione trattante della scorsa settimana presso l’Azienda sanitaria avevamo avuto modo di esprimere la nostra contrarietà nei confronti di alcune decisioni di spostamenti di personale che avevano ulteriormente sguarnito il Postazioni fisse di Primo Soccorso (PPI) di Venosa con preoccupanti ricadute a cascata sulle Postazioni Territoriali di soccorso (PTS), ovvero le ambulanze e automediche, della zona e conseguenti funzionamenti a singhiozzo delle postazioni territoriali di Venosa, Lavello e Melfi. Spostando dai PPI personale con limitazioni relative solo ed esclusivamente al servizio sulle ambulanze e non alle “postazioni fisse”, infatti, si è ulteriormente depauperato di indispensabile personale un dipartimento in cronico affanno. Le conseguenze della scelta di trasferire personale per rinforzare il servizio di vaccinazione sono giunte presto e sono lampanti: se la postazione di Venosa e quella di Lavello funzionano a corrente alternata, con chiusure nei giorni di difficoltà di copertura dei turni, con il personale inviato a coprire turni al PPI, da oggi la postazione 118 del polo industriale di San Nicola di Melfi è completamente chiusa e lo sarà almeno per tutto il mese di giugno. E’ lecito, nonostante le rassicurazioni, il nostro dubbio rispetto alla sua riapertura per i prossimi mesi di luglio e agosto, con gli operatori che dovranno giustamente usufruire delle ferie estive, dopo mesi di duro lavoro e turni massacranti.
A tal proposito vorremmo ribadire che la Fp Cgil, in sede di discussione dei criteri per la mobilità interna del personale Asp aveva espresso la necessità, dal proprio punto di vista, di prevedere preliminarmente dei meccanismi compensativi e incentivanti per il personale in servizio presso il Deu 118, al fine proprio di evitare fughe ed emorragie e incoraggiare nuovi ingressi di personale motivato a lavorare in un servizio usurante già in situazioni normali e auspichiamo che un eventuale saldo negativo, che temiamo e del quale abbiamo chiesto contezza all’Asp, non blocchi sine die le graduatorie approvate di mobilità interna. Come auspichiamo si acceleri il percorso per l’attribuzione degli incarichi di funzione, figure quanto mai indispensabili nella complessa macchina organizzativa del Deu.
Il Dipartimento di Emergenza – Urgenza sconta da troppo tempo carenze di personale che non possono, tra l’altro, essere soddisfatte pienamente da personale assunto a tempo determinato o interinale, in considerazione dei necessari tempi di affiancamento sulle postazioni territoriali, ma in maniera particolare presso la centrale operativa, la cui complessità comporta in molti casi la fine della formazione con la conclusione degli stessi contratti.
A tutto ciò si aggiunga la necessità di una formazione più massiccia, costante e integrata in un sistema che, rispetto alla maggior parte delle regioni, essendo interamente pubblico, potrebbe e dovrebbe funzionare al meglio.
Invece continuiamo ad assistere a problemi e carenze, che, soprattutto per quanto riguarda il personale medico, sono ormai insostenibili.
La carenza sempre più manifesta del personale medico del “118” in alcuni territori della Basilicata, rappresenta una situazione particolarmente grave soprattutto adesso che, a causa dell’emergenza Covid 19, la popolazione ha maggiormente bisogno di servizi di sanità territoriale. Nonostante i medici con dedizione e spirito di abnegazione stanno dando il loro contributo sottoponendosi a turni massacranti, mettendo a rischio la propria salute e la stessa qualità del servizio, in alcune Postazioni Territoriali di Soccorso sta scomparendo la figura del medico, non essendoci personale a sufficienza per poter predisporre i turni che, ormai, vengono stabiliti settimanalmente.
Crediamo si debba aprire una discussione in merito alla possibilità di assegnare incarichi di emergenza sanitaria territoriale a tempo indeterminato ai medici convenzionati a tempo determinato da almeno tre anni presso l’Asp. Ciò permetterebbe di dare una collocazione stabile e dignitosa ai professionisti del settore che da anni operano per garantire la salute dei cittadini, a maggior ragione in questo periodo di pandemia. La stabilizzazione dei medici 118 convenzionati, oltre che sanare una condizione di precarietà lavorativa, produrrebbe effetti positivi sulla stessa organizzazione dei servizi territoriali, valorizzando l’esperienza acquisita e la professionalità del personale. Importante sarebbe anche la possibilità di formazione sul campo: in Italia vi sono circa 20 mila medici senza nessuna specializzazione (cosiddetti Camici Grigi) che potrebbero potenzialmente essere interessati al “118”, che ha come requisito di accesso il possesso di un attestato di 300 ore, che potrebbe essere superato attraverso un’adeguata formazione.
Sullo specifico tema ci faremo parte attiva con la Regione Basilicata, perché crediamo che per la tenuta dei servizi sanitari e una adeguata risposta ai bisogni di salute dei cittadini, i servizi di emergenza – urgenza e il personale ad essi assegnato devono rappresentare uno dei perni principali sul quale si regge un servizio sanitario regionale efficace ed efficiente.