Festa della Repubblica, intervento di Angela Blasi (portavoce Forum Donne Articolo Uno). Di seguito la nota integrale.
Norberto Bobbio affermava ,in uno dei tanti discorsi, che la democrazia è la nostra speranza e il nostro impegno e deve essere mantenuta viva nonostante i molti disinganni, lontani e vicini.
Il 2 giugno del 1946, donne uomini italiani scelsero per l’Italia la Repubblica. Una giornata che incarna un ideale che andrebbe coltivato ogni giorno. Il suffragio universale e la scelta repubblicana posero definitivamente le basi per una rinascita dei diritti delle cittadine e dei cittadini, e per fornire strumenti utili a fronteggiare con intelligenza, cuore e passione qualsiasi difficoltà o forma di sopruso.
Il 2 giugno 1946 le donne votarono per la prima volta ed ebbero un ruolo ed un peso determinanti, votarono infatti 12.998.131 donne, contro 11.949.056 di uomini. All’inizio del 1945 il Governo Bonomi aveva già emanato un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne, in risposta alla forte mobilitazione delle associazioni femminili : il Comitato femminile della Democrazia Cristiana – CIF, l’Unione Donne Italiane – UDI, il Gruppo femminile del Partito Repubblicano, la Federazione Italiana Laureate Diplomate Istituti Superiori – FILDIS, i Gruppi femminili degli altri partiti aderenti al Comitato di Liberazione Nazionale. Il 2 giugno 1946 gli italiani votarono anche per l’Assemblea costituente.
Il risultato elettorale vide l’affermazione dei tre grandi partiti di massa: la Democrazia cristiana conquistava la maggioranza relativa dell’Assemblea (35,21 %), mentre il Partito socialista e il Partito comunista raggiungevano insieme il 39,61 %. Sui banchi dell’Assemblea Costituente sedettero le ventuno “prime parlamentari”, denominate “Madri Costituenti”, attente a non deludere le speranze delle italiane e le aspettative delle donne che da partigiane, staffette, antifasciste avevano contribuito alla Liberazione.
Delle Costituenti, nove provenivano dalla DC (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici Agamben, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Maria Nicotra Verzotto, Vittoria Titomanlio), nove dal PCI (Adele Bej Ciufoli, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella Molinari, Rita Montagnana Togliatti, Teresa Noce Longo, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi), due dal PSIUP (Angelina Merlin e Bianca Bianchi) ed una dal partito dell’Uomo Qualunque (Ottavia Penna Buscemi). Cinque di loro sarebbero entrate nella “Commissione dei 75”, incaricata di scrivere la Carta costituzionale : Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Jotti.
Donne che pur con idee politiche diverse hanno saputo unirsi nel nome dell’uguaglianza e della solidarietà per lasciare un segno ed una eredità importante.
Oggi la loro forza e caparbietà possono essere faro per la società tutta in un periodo storico così complicato e devono essere tracciato da ripercorrere per un vero cambiamento.