Sabato 19 giugno 2021 alle ore 17.30, la pinacoteca d’Errico in collaborazione con la soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio della Basilicata, presenta il docu-film “Viarium”.
L’evento sarà esclusivamente online all’indirizzo https://meet.google.com/dwq-cpxn-shh, e sulla pagina facebbok della pinacoteca Camillo d’Errico.
Oltre a Mario Saluzzi coordinatore del progetto, parteciperà la responsabile scientifica funzionaria della Sabap Sabrina Mutino e il regista Francesco Gabellone.
Il progetto descrive il territorio tra il castello di Monteserico e quello di Palazzo San Gervasio le pratiche pastorali hanno segnato nel tempo lunghi tracciati, poi ricalcati da strade che hanno favorito nuovi contatti e scambi. Tra queste, la Regina Viarum, la via Appia Antica, è ripercorribile ancora in diversi tratti.Qui i campi sono irrorati dall’abbondante acqua cheg iunge dai monti,sgorgando nelle numerose fontane o abbeveratoi che costellano le vie.Da Fontana Vetere di Genzano a Fontana Rotta di Palazzo San Gervasio,gli impianti di irrigazione del moderno “Schema idrico Bradano-Basento” hanno, più o meno consapevolmente, ricalcato tratti di acquedotti romani, sotterranei oppure nascosti tra la vegetazione.
Nell’ambizioso progetto di studio, ricerca e tutela di questo comprensorio, sviluppato dalla Soprintendenza ABAP della Basilicata con la collaborazione ed il coordinamento della Pinacoteca e Biblioteca “Camillo D’Errico” di Palazzo San Gervasio, nasce il docu-film denominato Viarium, un racconto “che riguarda le vie”, ripercorrendo gli antichi tracciati e le antiche vie d’acqua. L’obiettivo è quello di raccontare la storia delle importanti scoperte archeologiche conseguenti al ritrovamento di 29 siti, indagati su un percorso di 21 km, dall’invaso di Serra del Corvo, alla piana della valle del Basentello, fino alle pendici dell’abitato di Palazzo San Gervasio.
È un vero e proprio viaggio tra storia e natura, che racconta a partire dal villaggio neolitico di Piano Coperchio di Genzano, alle abitazioni ellenistiche che pullulavano nel territorio, cui lasciano il posto, via via che si scende nel tempo e si risale verso Bantia, le antiche case dei romani. Ai tempi dell’impero risalgono, invece, i nuclei di necropoli, per i quali viene ricostruita anche la cerimonia del bustum sepulchrum, ovvero la cremazione del cadavere entro una fossa foderata di argilla, con i parenti che fanno offerte e libagioni per i defunti, proprio nell’ottica di valorizzare le scoperte archeologiche con una rappresentazione coinvolgente ed emozionale. Il ritrovamento più imponente riguarda la località Fontana Rotta di Palazzo San Gervasio, dove una necropoli romana si allinea perfettamente al tracciato della Via Appia e permette di riconoscere una articolata comunità, dedita all’agricoltura, ma anche al commercio con l’Oriente.
Infine, dalla stessa località viene l’elemento simbolo del progetto, un piccolo pendente in bronzo rinvenuto in pessime condizioni, ma importante per il suo valore simbolico: una bulla. Si tratta di un gioiello indossato dai rampolli delle famiglie senatorie, non a caso raffigurato nella processione del lato sud dell’ara Pacis, al collodel piccolo Germanico, nipote di Augusto. L’importanza del ritrovamento di questo oggetto, da un lato, fa presagire la sontuosità della villa, non lontana dalla necropoli, dove questa importante famiglia doveva risiedere, di cui sono emerse purtroppo solo sparute strutture murarie. Dall’altro lato, la ricostruzione del reperto in digitale ci fa comprendere come queste tecnologiepossano rendere meglio leggibili anche le cose apparentemente insignificanti.
Il documentario utilizza le più avanzate tecniche ricostruttive, la computer grafica 3D e lo storytelling persuasivo per rappresentare in forma semplice ed immediata contesti antichi non più visibili, ricostruiti sulla base dei dati di scavo e dei confronti di studio. Nel viaggio di Viarium riprendono vita gli oggetti che saranno esposti nella Pinacoteca Camillo d’Errico di Palazzo San Gervasio ed i contesti archeologici di straordinaria importanza, ormai sepolti per sempre.
Un importante mezzo in termini di conoscenza scientifica, di didattica, di divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale.La diffusione di queste conoscenze può diventare un importante veicolo per innescare nuove forme di turismo culturale, ma anche per portare il territorio verso una crescita sostenibile, in cui non sia necessario sacrificare le risorse naturali e storiche, ma si possa riconoscere proprio in esse il volano per lo sviluppo.