La seduta pomeridiana del Consiglio comunale di Matera convocata nell’aula magna dell’Istituto Pentasuglia di Matera si è aperta con la discussione di due interrogazioni dei consiglieri Toto e Morelli, la prima per fare chiarezza sull’incarico dirigenziale a tempo pieno e determinato di direzione del settore manutezione urbana e la seconda sui ritardi per la riapertura del parcheggio di via Lucana-via Vena.
In proposito l’assessore Gabriella Corti ha riportato la risposta del dirigente del settore opere pubbliche Salvatore Pietrantonio Demarco in cui si annuncia che il parcheggio sarà nuovamente fruibile dall’1 luglio 2021.
Di seguito il testo integrale della risposta all’interrogazione a firma dei consiglieri comunali Augusto Toto Morelli Mario del gruppo consiliare Fratelli d’Italia.
Oggetto: Ritardi per la riapertura del parcheggio di via Lucana-via Vena.
Con riferimento alla interrogazione consiliare in oggetto, si comunica quanto segue:
I lavori sono ultimati in data 06/11/2020 così come constatato con verbale in pari data a meno di piccoli interventi di finitura (segnaletica orizzontale) con la quale si concedevano all’impresa giorni 20 per l’esecuzione delle stesse.
Durante le fasi del collaudo delle opere sono state riscontrate delle infiltrazioni nei giunti di dilatazione del piano di copertura per cui si è reso necessario ordinare (nota del 23/11/2020) alla ditta appaltatrice il ripristino degli stessi onde garantire l’eliminazione delle infiltrazioni da acque meteoriche.
Con nota in data 10/05/2021 la ditta IMEC ha data inizio ai lavori di ripristino relativi agli inconvenienti riscontrati e che attualmente risultano ultimati.
Gli interventi eseguiti da questo settore sul parcheggio consistono in:
• ripristino della pavimentazione del piano di copertura carrabile;
• ripristino dei giunti strutturali;
• impermeabilizzazione dei torrini vani scala;
• ripristino dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche in quanto i pluviali annegati nei pilastri in CIS risultavano occlusi;
• interventi di pitturazione;
Inoltre durante l’esecuzione dei lavori con nota in data 26/10/2020 prot. n. 73062 è stato richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’utilizzo del ribasso d’asta dei lavori al fine di realizzare opere complementari necessari e non incluse nell’appalto iniziale ma necessari per la completa funzionalità dell’opera. Richiesta sollecita in data 21/11/2020 prot. n .82249• Gli interventi che si intendono realizzare con le some rinvenienti dal ribasso d’asta consistono essenzialmente in:
• installazione delle barriere elettromeccaniche per regolare gli accessi al parcheggio. (le barriere precedenti sono state smontate dal gestore in quanto di sua proprietà)
• Nuovo impianto di video sorveglianza installazione di nuovo ascensore in quanto quello esistente non risulta riparabile;
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• interventi di manutenzione straordinaria.
Inoltre in data 07/06/2021 è stata attivata l’energia elettrica
A seguito di incontro con il gestore in data odierna è stata condivisa la volontà da parte del comune di rimessa in esercizio dell’impianto in vista dell’evento G20, per renderlo fruibile ai cittadini dall’1 luglio 2021.
Ritirata la mozione presentata da 5 consiglieri comunali (prima firmataria Lucia Anna Stigliani) per il riconoscimento della lingua dei segni (Lis) in tutti gli ambiti della Amministrazione della città di Matera”.
E’ stato invece approvato l’ordine del giorno a firma di diversi Consiglieri Comunali (prima firmataria la consigliera Tiziana De Palo) sul tema “liberazione Patrick George Zaki, diritti umani e libertà di espressione in Egitto e in altri Stati”.
Il Consiglio comunale di Matera ha inoltre approvato il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki con 27 voti favorevoli e 2 astenuti (consiglieri comunali Toto e Morelli). Assenti consiglieri Lisurici e Sassone.
“Pensare e immaginare un mondo diverso, libero e aperto, non può essere considerato un reato, a nessuna latitudine”. Con queste parole il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, ha commentato la mozione approvata dal Consiglio comunale in difesa di Patrick Zaky, lo studente dell’Università di Bologna detenuto in carcere in Egitto ormai da più di un anno.
“Quando sono in pericolo i diritti di una singola persona, sono in pericolo i diritti di tutti. Matera, città che da sempre sposa il valore della cultura come strumento per costruire pace e dialogo – ha concluso il sindaco-, sostiene tutte le attività di mobilitazione diplomatica e non violenta”.
La vicenda di Patrick George Zaki
La detenzione di Patrick Zaki in Egitto è iniziata il 7 febbraio 2020 con l’arresto eseguito all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane. Ricevendo notevole attenzione mediatica, il fatto di cronaca ha suscitato mobilitazioni da parte della società civile e della politica italiana.
Patrick George Zaki è uno studente dell’Università di Bologna e attivista egiziano nato il 16 giugno 1991 a Mansura, in Egitto, da genitori di religione cristiana ortodossa copta. In occasione delle elezioni presidenziali egiziane del 2018, Patrick Zaki è stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato e attivista politico impegnato nella difesa dei diritti umani che successivamente ritirò la candidatura denunciando il clima di intimidazione e i numerosi arresti dei suoi collaboratori. Zaki ha fatto parte dell’associazione per la difesa dei diritti umani Egyptian Initiative for Personal Rights, con sede al Cairo. Nell’autunno del 2019 stava frequentando un master universitario in studi di genere all’Università di Bologna.
Il 7 febbraio 2020, nell’intento di tornare in Egitto per fare visita ai parenti, dopo l’atterraggio all’aeroporto del Cairo alle 4:00 (ora locale; UTC+2), è stato catturato dagli agenti dei servizi segreti. Per circa 24 ore non sono trapelate sue notizie né ai familiari né ai media. La notizia del suo arresto è stata divulgata successivamente dall’Egyptian Initiative for Personal Rights (associazione umanitaria dove lavorava in qualità di ricercatore), il 9 febbraio.
I capi d’accusa formulati nel mandato d’arresto sono: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Nello specifico gli vengono contestati alcuni post su Facebook.[14][15] Secondo i mezzi d’informazione governativi egiziani, Zaki sarebbe attivo all’estero per fare una tesi sull’omosessualità e per incitare contro lo stato egiziano.
Secondo il suo avvocato è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena e con scariche elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane, oltre a essere stato interrogato a riguardo della sua permanenza in Italia, del suo presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni, e del suo impegno politico, venendo inoltre minacciato di stupro.
La Procura Generale di Mansura, al contrario, ha dichiarato di avere constatato lo stato di salute del fermato, affermando che egli non palesava ferite sul corpo. Il Procuratore Generale dell’Egitto, Hamada el-Sawy, ha negato che il fermato sia stato torturato dalla polizia.
Dopo una breve detenzione presso Talkha,il 25 febbraio Zaki è stato trasferito nel carcere di Mansura ed è stata fissata la sua udienza in tribunale per il 7 marzo.[22] Dopo una visita dei genitori concessa in via straordinaria, il 5 marzo è stato trasferito nel Carcere di Tora, al Cairo. Due giorni dopo, il tribunale competente ha rinnovato la sua detenzione preventiva fino alla successiva udienza, poi posticipata al 21 marzo e nuovamente posticipata a causa della pandemia di COVID-19 in corso.
La detenzione preventiva è stata più volte prolungata per periodi successivi prima di 15 giorni, e poi di 45 giorni.
La Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) e analoghe reti universitarie in altri paesi europei hanno espresso solidarietà a Zaki e lanciato appelli per la liberazione.
Il 1º ottobre 2020 ventisei europarlamentari italiani hanno scritto una lettera al capo dell’ambasciata italiana al Cairo Giampaolo Cantini, in cui definiscono Patrick Zaki «innocente» e «prigioniero di coscienza», e chiedono che l’ambasciata italiana richieda con fermezza al governo egiziano la liberazione di tutti coloro che in Egitto subiscono il carcere con l’accusa «strumentale» di terrorismo ma in realtà a causa delle loro opinioni e del loro lavoro in favore dei diritti umani.
Il 18 dicembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui «deplora […] con la massima fermezza la continua e crescente repressione, per mano delle autorità statali e delle forze di sicurezza egiziane, ai danni dei diritti fondamentali e di difensori dei diritti umani […] e chiede la liberazione immediata e incondizionata di Patrick George Zaki e il ritiro di tutte le accuse a suo carico», definendo «arbitrario» il suo arresto e considerando la sua detenzione come una «minaccia» per i valori fondamentali dell’Unione europea.
Numerosi comuni italiani hanno conferito la cittadinanza onoraria a Zaki, tra questi dal 10 giugno c’è anche Matera.
Dopo un’ampia discussione e le rassicurazioni dell’avvocatura e del segretario generale il Consiglio comunale ha confermato all’unanimità la permanenza dell’interesse pubblico per il progetto mensa dei bisognosi “Don Giovanni Mele”.
La fotogallery del Consiglio comunale di Matera (foto www.SassiLive.it)