Covid, Bolognetti (Radicali Lucani): “Con il massimo senso di responsabilità, ma consapevole della posta in gioco, valuterò se passare nei prossimi giorni ad altra forma di azione nonviolenta più impegnativa dello sciopero della fame. No, la questione non può essere ridotta ad Astrazeneca sì, Astrazeneca no”. Di seguito la nota integrale inviata da Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani, membro del Consiglio generale del Partito Radicale e del Consiglio generale dell’Associazione Coscioni (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 6 giugno).
Tira davvero una brutta aria in questa nostra Italia: associazioni di ginecologi che si battono con il coltello tra i denti per ottenere che anche le donne incinte si sottopongano alla vaccinazione anti-sarscov2; scienziati che iniziano a ricordare, in maniera sinistra, il primo Ministro protagonista del geniale film di Stanley Kubrick, “Arancia Meccanica”; virologi che dichiarano di ispirarsi al “modello cinese” e che brandiscono i vaccini a mo’ di manganello.
Prosegue ininterrotto, in questa vicenda Sarscov2, l’attentato ai diritti politici dei cittadini di questa nostra Repubblica delle banane.
Vorrei poter discutere di temi importanti per la salute di un popolo e di un paese; ma niente, è vietato, è proibito capire ed è proibito conoscere.
La gente non può e non deve sapere, come sarebbe giusto e dovuto, che alcuni di coloro che parlano della nostra salute e del nostro futuro e che vanno proponendo inoculazioni in assenza di dati su sicurezza ed efficacia hanno giganteschi conflitti d’interesse.
E’ il caso, per esempio, del dr. Matteo Bassetti, che in una pubblicazione del 2018 dichiarava (era atto dovuto e obbligato) di aver ricevuto “sovvenzioni e/o compensi personali da Pfizer, MSD, Astellas, Menarini, Roche, Tetraphase, Achaogen, Angelini, Bayer, Basilea, Cidara, Gilead, Paratek, The Medicines Company e Vifor”.
La gente non deve sapere che il principale collaboratore del generale Figliuolo ha dichiarato che i troppi morti registrati in Italia sono figli di una errata standardizzazione delle cure e che l’approccio “vigile attesa/tachipirina” è stato un po’ troppo minimalista.
I cittadini di questa fu Repubblica, governata da colonnelli-sanitari, non possono e non devono ascoltare la voce di tutti coloro che, nel mondo della scienza e della medicina, sollevano dubbi.
La gente non deve sapere che il Consiglio d’Europa a gennaio aveva chiaramente affermato che nessuno avrebbe dovuto subire discriminazioni se avesse deciso di non vaccinarsi. I cittadini non devono sapere che lo stesso Consiglio d’Europa si era espresso contro i “passaporti vaccinali”.
Nessuna reazione da parte di sedicenti liberali e libertari di fronte alle allucinanti e allucinate dichiarazioni di virologi a gettone, che propongono di far pagare le cure a chi non si vaccina o l’invio dei vigili urbani a casa degli over 60 non vaccinati. Mi chiedo: Esistono ancora anticorpi democratici in questo Paese?
Siete disposti ad accettare che qualcuno possa impunemente affermare che occorre mettere una stella gialla al petto di chi non esegue gli ordini? Siete disposti ad accettare senza far nulla questa pericolosa deriva autoritaria in materia di politiche sanitarie e non solo sanitarie? Io no!!!
Perché hanno intralciato l’utilizzo di farmaci che costano pochi centesimi e puntato da subito esclusivamente su una folle rincorsa al virus a colpi di vaccini autorizzati a condizioni?
Quanti sono i cittadini che sanno cosa significa autorizzazione all’immissione in commercio condizionata di medicinali per uso umano?
Perché non possiamo interrogarci su dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, dai quali emerge che nel 67% dei decessi attribuiti al Sarscov2 i deceduti avevano 3,6 patologie gravi pregresse?
Perché non possiamo parlare del denaro che la rete lobbistica, che fa capo all’Efpia, ha investito a Bruxelles nel solo 2020, sapendo che quel poco che emerge è solo la punta dell’iceberg?
Quanta gente sa che le più importanti aziende farmaceutiche investono in marketing e vendite quasi il triplo dei denari investiti in ricerca e sviluppo?
Quanti sono coloro che sanno che dal 1991 al 2017, nei soli Stati Uniti, le aziende farmaceutiche hanno pagato circa 38 miliardi di dollari di multe in sede civile e penale?
No, non voglio generalizzare e non sono contro l’impresa e il commercio. Sto solo dicendo che il commercio di prodotti farmaceutici è un commercio al quale dobbiamo prestare grande attenzione, perché ha a che fare con la tutela della nostra salute. Sto dicendo che è urgente e necessario interrogarsi su lobbismi, conflitti d’interesse e su pericolose commistioni tra controllore e controllato. Tra il pro e il contro c’è il ragionare e ci sono i fatti.
In un interessante libro intitolato “Conflitti di interesse e salute” (ed. Il Mulino) gli autori scrivono: “Ammettere di essere umani, e in quanto tali vulnerabili alle insidie di un mondo con forti interessi economici, e imparare a riconoscere le condizioni di rischio implicite in ogni situazione di conflitto di interessi sono elementi cruciali per avviare una seria politica di prevenzione, o di identificazione precoce, di tutte le situazioni che possono avere importanti ricadute sulla salute delle persone e sulla loro fiducia nelle istituzioni”.
Nel gennaio del 2014, Donatella Lippi, docente di Storia della Medicina all’Università di Firenze, ha scritto un interessante articolo intitolato “I sani nel mirino delle cure”. Nell’articolo in oggetto la Lippi ricorda un libro di Ivan Illich: “Nemesi Medica”. Nel libro in oggetto Illich afferma che “in un futuro prossimo, tutte le persone in buona salute” verranno trasformate “in altrettanti – più o meno potenziali – malati”.
Chiosa la Lippi: “Mentre un tempo si inventavano medicinali contro le malattie, ora si inventano, infatti, malattie per generare nuovi mercati di potenziali pazienti”.
Sempre nel sopra citato articolo la docente di Storia della Medicina ricorda una frase pronunciata nel 1976 da Henry Gadsen, allora direttore della casa farmaceutica Merck: “Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque”.
Sia chiaro, non sto dicendo che il virus non esiste. Esiste ed è aggressivo. Sto dicendo che occorre far luce su cose poco chiare. Sono e resto convinto che migliaia di persone siano morte a causa di errori e che si continui a sbagliare.
Sono convinto che l’emergenza sanitaria abbia determinato un evidente aggravamento della pregressa emergenza democratica.
Io credo che in molti debbano vergognarsi per l’omertosa cortina di silenzio che hanno fatto calare su questioni che sono di fondamentale importanza per la salute non solo fisica di un popolo.
Chi mi conosce sa che non intendo mollare.
Ciascuno si assuma le sue responsabilità. C’è chi censura, manipola e rimuove e c’è chi prova a nutrire la sua fame di verità, democrazia, libertà, giustizia sociale. Occorre stare attenti: l’assenza di memoria, la censura, la manipolazione, favoriscono i peggiori delitti.
Con il massimo senso di responsabilità, ma consapevole della posta in gioco, valuterò se passare nei prossimi giorni ad altra forma di azione nonviolenta più impegnativa dello sciopero della fame. Non è un ricatto. Sto chiedendo che venga onorato il diritto umano alla conoscenza. Convinzioni non convenienze.
No, la questione non può essere ridotta ad Astrazeneca sì, Astrazeneca no.